LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

giovedì, giugno 30, 2005

L'ha detto... L. Anneo Seneca

Ad neminem ante bona mens venit quam mala; omnes praeoccupati sumus; virtutes discere vitia dediscere est. Sed eo maiore animo ad emendationem nostri debemus accedere quod semel traditi nobis boni perpetua possessio est; non dediscitur virtus.
Seneca, Ad Lucilium, 50.
In nessun uomo un retto modo di pensare si instaura prima di uno cattivo. Da questo tutti siamo dapprima pervasi. Apprendere la virtù significa disapprendere i vizi. Ma con tanto più coraggio dobbiamo avviarci a correggere noi stessi in quanto il possesso del bene, una volta che ci sia stato trasmesso, è perenne; la virtù non si disimpara.

lunedì, giugno 27, 2005

L'ha detto... Marco Aurelio

"T'ammazzano, ti fanno a pezzi, t'incalzano con le maledizioni? In che modo tutto ciò può impedire alla mente di rimanere pura, assennata, temperante, giusta? Come se uno, fermatosi presso una sorgente d'acqua limpida e dolce, le rivolgesse delle ingiurie; non per questo essa cesserà di zampillare, nè diverrà per questo meno buona da bere. E se poi anche ci scaglierà dentro del fango, del sudiciume, in un momento lo disperderà, lo sciacquerà via senza lasciarsene intorbidare. E come potrai tu avere in te stesso una sorgente perenne? Se difenderai te stesso, ogni momento, per mantenerti libero, non disgiunto, però, da serenità, da sincerità, da modestia."
Marco Aurelio, A se stesso, VIII, 51

sabato, giugno 25, 2005

Relativismo e "pensiero debole": siamo al capolinea!

Nella storia del pensiero a noi nota, la prima grande reazione al relativismo si ha con Socrate e poi con Platone.
Socrate si oppone con decisione al relativismo conoscitivo ed etico dei sofisti. Egli prova a definire universalmente concetti come il valore, la saggezza, l'amicizia, perchè vuole superare l'inganno sofistico basato sul relativismo.
Successivamente Platone con la sua dottrina delle idee supera definitivamente la soggettività dei punti di vista relativi. Per Platone la "misura" delle cose non è più l’uomo (come voleva Protagora), ma l’Idea delle cose stesse. Ci troviamo così di fronte ad una concezione compiutamente anti-relativistica. E' noto che Socrate e Platone erano mossi da motivazioni soprattutto etiche, poichè avevano percepito il pericolo della concezione relativista, nichilista e utilitarista dei sofisti. Ed è noto che la filosofia occidentale non può prescindere dal pensiero di Socrate e Platone.
Ora sembra chiaro che ai nostri giorni siamo arrivati ad un nuovo punto di svolta. Di fronte alla caotica arrendevolezza e al relativismo esasperato e disorientante dei nuovi sofisti (i sostenitori del "pensiero debole", ormai davvero insopportabili), c'è qualche novello Socrate (Ratzinger) che, spaventato dal nichilismo imperante, prova a ricondurci fuori dal caos relativitisco. Certo oggi la società è molto più complessa rispetto ai tempi della polis greca. Ratzinger, o chi per lui, dovrebbe riuscire almeno ad allearsi con i mass-media per riuscire nell'intento. Vale comunque la pena seguire con attenzione ed incoraggiare il suo tentativo.
Perchè forse è arrivato il momento di ricominciare tutti quanti a cercare la verità.
Antonio Saccoccio

domenica, giugno 19, 2005

Primo Manifesto del Neo-Futurismo e del Neo-Umanesimo

N.B. questo Manifesto non ha attualmente alcun valore, se non in una prospettiva di ricostruzione storica del movimento neofuturista, dal giugno 2007 evolutosi in avanguardia net.futurista.


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19-06-05

A tutti gli uomini che si sentono liberi e liberali

PRIMO MANIFESTO DEL NEO-FUTURISMO E DEL NEO-UMANESIMO


La società attuale è dominata da un comune sentimento: la paura di idee nuove e forti. Sembra che le uniche novità accettabili dall’uomo contemporaneo siano quelle legate alla scienza e alla tecnologia. Ci siamo affidati al Post-moderno. Ma il post-modernismo ha fallito, si è dimostrato senza vie d’uscita, sta morendo vittima del suo esasperato relativismo. Non ha creato nulla di nuovo, non è capace di guardare al futuro, è sfiduciato e arrendevole. Il Neo-Futurismo vuole invece proporre un cambiamento nel modo di pensare, una rivoluzione interiore, ben più significativa delle varie rivoluzioni dell’età moderna e contemporanea (da quella industriale a quella informatica), che hanno sempre posto l’uomo e la sua interiorità in secondo piano. E non vuole arrendersi al caos, come hanno fatto i post-modernisti. Il Neo-futurista vuole liberare l’uomo e renderlo l’unico vero protagonista del suo futuro. Ed è per questo motivo che viene proposto il seguente Manifesto come indirizzo generale per l’uomo libero neo-futurista.

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  1. Noi amiamo l’uomo coraggioso, che parla da solo contro tutti, che non ha paura di passare per matto.
  2. Noi desideriamo il continuo movimento, la continua evoluzione. Noi non vogliamo i pensieri statici e fuori dal tempo. Vogliamo una continua produzione di nuove idee e di nuovi stimoli. Il dinamismo solo esteriore non ci interessa. Vogliamo sentire l’anima che si esalta per la creazione di nuovi pensieri.
  3. Noi siamo per lo spirito e contro la materia. Pensiamo che la grandezza dell’uomo è ancora tutta da scoprire. O almeno è stata scoperta per ora solo da pochi grandi uomini, che non sono riusciti a comunicarla ai restanti se non attraverso l’arte, la filosofia e la religione. La rivoluzione neo-futurista parte da dentro, vuole ricondurre lo spirito e la sua potente facoltà sensibile e creatrice al centro della nostra vita. L’uomo spirituale neo-futurista comanda e modella la materia a suo piacimento. Gli ostacoli materiali sono da stimolo per la sua evoluzione e il suo miglioramento.
  4. Noi guardiamo al passato per imparare da chi ci ha preceduto, ma soprattutto per creare un futuro migliore.
  5. Noi amiamo le idee forti, quelle che esplodono potentemente dalla nostra anima e della nostra mente. Sono queste le idee che hanno sempre portato l’uomo al cambiamento, all’evoluzione.
  6. Noi detestiamo chi non cambia mai idea. Quella che chiamano coerenza è stupida mancanza di auto-critica. E quinidi non approviamo chi si schiera per questa o quella bandiera in ogni caso e in ogni modo. Abbiamo idee precise, e portiamo avanti idee, non bandiere. Siamo quindi contrari a chi si chiude all’interno di un partito politico, se questo significa difendere ad oltranza qualsiasi sua decisione o idea.
  7. Noi non sopportiamo le contrapposizioni e i conflitti sociali, perché sono sterili, non producono miglioramenti, anzi tirano fuori la parte peggiore dell’uomo. Ci si schiera da una parte o dall’altra in maniera acritica, si concepisce rancore e odio verso altri uomini senza conoscerli pienamente.
  8. Siamo quindi contro le contrapposizioni basate sulla razza, sulla nazione o regione di appartenenza, sulla classe sociale. Non siamo né per i bianchi, né per i neri, né per i nordisti, né per i sudisti, né per i ricchi, né per i poveri. Siamo per gli uomini tutti. E vogliamo uomini che pensino e si migliorino continuamente.
  9. Noi siamo anche contro la contrapposizione tra laici e cattolici e non ci schieriamo nè con gli uni e nè con gli altri. Pensiamo che la Chiesa abbia bisogno di un programma di “riforma-conservatrice”. Non apprezziamo le celebrazioni liturgiche, il più delle volte ormai svuotate di ogni senso. Ma non fatichiamo a riconoscere il valore eterno di gran parte dei precetti evangelici; così come celebriamo la grandezza artistica e morale de I Promessi Sposi e le doti intellettuali e spirituali di papa Ratzinger. Siamo invece decisamente contrari ad ogni forma di ateismo.
  10. Noi siamo contro i media tradizionali, che non garantiscono scambio di idee e quindi impediscono il miglioramento e la nuova produzione di pensiero. Siamo favorevoli al web e soprattutto ai blog e crediamo nella possibilità di creare un movimento socio-politico-culturale che muti profondamente l’attuale modo di fare cultura e politica.
  11. Noi ci dichiariamo liberali. Ma siamo e rimarremo sempre liberali liberi da ogni pregiudizio.
  12. Noi siamo contrari ai Manifesti fissati una volta per tutte, perché le idee cambiano e migliorano continuamente. Quindi questo manifesto resta valido fin quando non ce ne sarà una versione migliore che lo sostituirà.

Antonio Saccoccio

domenica, giugno 12, 2005

L'ha detto... L. Anneo Seneca

Nihil ergo magis praestandum est, quam ne pecorum ritu sequamur antecedentium gregem, pergentes non quo eundum est sed quo itur.
Seneca, De vita beata, I

Dunque non bisogna fare nulla di più che non seguire, come fanno le pecore, il gregge di chi ci cammina avanti, dirigendoci non dove bisogna andare ma dove si va.
(trad. A. Saccoccio)

giovedì, giugno 09, 2005

Futurismo e Neo-Futurismo

Ecco come il mio Neo-Futurismo giudica gli undici punti esposti da Marinetti nel "Manifesto del Futurismo".
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1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
Concordo, ma con questa precisazione: bisogna osare, rischiare e soprattutto tirare fuori tutta la nostra energia vitale.
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2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
Concordo anche con questo punto. Bisogna ribellarsi audacemente e coraggiosamente alla cultura e alla società contemporanea.
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3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
Qui iniziano le divergenze. Il Neo-Futurismo è un movimento intimista e spiritualista, non accetta quindi le critiche all'immobilità pensosa. Il pensiero, quando è veramente pensiero, non è mai immobile. Non concordo neppure con il movimento aggressivo, o meglio concordo con il movimento ma non sull'aggressività.
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4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo...un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
Il Neo-futurismo è ormai lontano dalla glorificazione della macchina e della velocità. Tuttavia rimane un movimento che guarda al futuro, quindi ama le novità e la tecnologia. L'uomo neo-futurista non è vittima delle novità tecnologiche, ma le domina completamente.
La Vittoria di Samotracia non è criticabile; è criticabile l'atteggiamento di chi si chiude nella sua adorazione rifiutando la bellezza delle opere d'arte contemporanee.
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5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
Questo punto non mi sembra degno di considerazione.
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6. Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.
Concordo con l'entusiasmo e il fervore. Bisognerebbe chiarire meglio quali siano questi elementi primordiali.
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7. Non v'è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
In disaccordo innanzitutto sul lessico bellicoso e sull'aggressività. Per il Neo-Futurismo la poesia è un'esplosione della nostra umanità.
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8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!...Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.
Concordo sulla volontà di "sfondare le misteriose porte dell'Impossibile".
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9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertarî, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
Qui le divergenze aumentano. Il Neo-Futurismo non vuole glorificare la guerra, il militarismo, il patriottismo, il disprezzo della donna. Concordo invece con il gesto distruttore dei libertari e sulle belle idee per cui si muore.
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10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.
Lo svecchiamento della cultura non deve portare ad una cancellazione del passato. Non si vogliono distruggere i musei e le biblioteche, ma piuttosto si vuole invitare tutti a non chiudersi nei musei e nelle biblioteche, a non chiudersi nel passato, evitando di confrontarsi col presente e soprattutto con il futuro. Lo studio del passato deve necessariamente fornire la spinta per la creazione di nuova cultura.
Il Neo-Futurismo non combatte il moralismo, ma combatte la morale chiusa della società moderna. Si batte per una morale aperta, in continua evoluzione.
Condanna invece l'utilitarismo e l'opportunismo di qualsiasi tipo. Condanna anche per il femminismo.
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11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.
Il Neo-Futurismo non ha come fine la glorificazione della realtà contemporanea, ma la celebrazione dell'uomo contemporaneo, dinamico e in continua evoluzione interiore.
Non interessa tanto il dinamismo esteriore, quanto quello interiore. Il Neo-Futurismo vuole un uomo che produca in continuazione nuove idee e nuovi pensieri.
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Antonio Saccoccio

sabato, giugno 04, 2005

L'ha detto... Henri Bergson

"L'umanità intera, nello spazio e nel tempo, è come una immensa armata, che galoppa al fianco di ciascuno di noi, avanti e dietro di noi, in una carica travolgente, capace di rovesciare tutte le resistenze e di sorpassare moltissimi ostacoli, forse anche la morte."

H. Bergson, L'evoluzione creatrice, sez III

giovedì, giugno 02, 2005

Dinamismo futurista


G. Balla - Velocita' d'Automobile + Luci + Rumori (1913)

Abbiamo ancora tanto da riflettere su quest'idea di movimento, abbiamo ancora tanto da imparare dal futurismo. Dobbiamo tutti assolutamente trovare un maggior dinamismo. L'arte dovrebbe farci riflettere su questo: siamo diventati troppo statici.
Il Neofuturismo di cui sono sostenitore vuole riprendere e interiorizzare il dinamismo futurista. Non più movimento sfrenato di macchine, ma continuo movimento di pensieri...

Antonio Saccoccio