Manifesto del teatro futurista sintetico: verso il teatro neofuturista
In seguito il teatro del Novecento ha sviluppato moltissime delle innovazioni futuriste. Anche in questo campo il Futurismo fu la vera e autentica avanguardia del secolo passato.
Vi riporto qualche passo particolarmente interessante tratto da Il teatro futurista sintetico, pubblicato nel 1915 da Marinetti, Corra e Settimelli. Si tratta di un manifesto che contiene intuizioni straordinarie. Purtroppo fu scritto in quei momenti in cui i futuristi spingevano per l’interventismo in guerra e quindi alcune pagine sono viziate da un eccesso di propaganda.Ma ecco qualche passo indimenticabile.
“Senza insistere contro il teatro storico, forma nauseante e già scartata dai pubblici passatisti, noi condanniamo tutto il teatro contemporaneo, poiché è tutto prolisso, analitico, pedantescamente psicologico, esplicativo, diluito, meticoloso, statico, pieno di divieti come una questura, diviso a celle come un monastero, ammuffito come una vecchia casa disabitata.
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Noi creiamo un Teatro futurista
Sintetico
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- E' stupido scrivere cento pagine dove ne basterebbe una, solo perché il pubblico per abitudine e per infantile istintivismo, vuol vedere il carattere di un personaggio risultare da una serie di fatti e ha bisogno di illudersi che il personaggio stesso esista realmente per ammirarne il valore d'arte, mentre non vuole ammettere questo valore se l'autore si limita a indicarlo con pochi tratti.
- E' stupido non ribellarsi al pregiudizio della teatralità quando la vita stessa (la quale è costituita da azioni infinitamente più impacciate, più regolate e più imprevedibili, di quelle che si svolgono nel campo dell'arte) è massima parte antiteatrale e offre anche in questa sua parte innumerevoli possibilità sceniche. Tutto è teatrale quando ha valore.
- E' stupido soddisfare le primitività delle folle, che alla fine vogliono vedere esaltato il personaggio simpatico e sconfitto l'antipatico.
- E' stupido curarsi della verosimiglianza (assurdità, questa, poiché valore e genialità non coincidono affatto con essa).
- E' stupido voler spiegare con una logica minuziosa tutto ciò che si rappresenta, quando anche nella vita non ci accade mai di afferrare un avvenimento interamente, con tutte le sue cause e conseguenze, perché la realtà ci vibra attorno assalendoci con raffiche di frammenti di fatti combinati tra loro, incastrati gli uni negli altri, confusi, aggrovigliati, caotizzati. Per es.: è stupido rappresentare sulla scena una contesa tra due persone sempre con ordine, con logica e con chiarezza, mentre nella nostra esperienza di vita troviamo quasi solo dei pezzi di disputa, a cui la nostra attività di uomini moderni ci ha fatto assistere per un momento in tram, in un caffè, in una stazione, e che sono rimasti cinematografati nel nostro spirito come dinamiche sinfonie frammentarie di gesti,parole rumori e luci.
- E' stupido sottostare alle imposizioni del crescendo, della preparazione e del massimo effetto alla fine.
- E' stupido lasciare imporre alla propria genialità il peso di una tecnica che tutti (anche gl'imbecilli) possono acquistare a furia di studio, di pratica e di pazienza.
- E' stupido rinunziare al dinamico salto nel vuoto della creazione totale fuori da tutti i campi esplorati
Conclusioni
1. abolire totalmente la tecnica sotto cui muore il teatro passatista;
2. porre sulla scena tutte le scoperte (per quanto inverosimili, bizzarre e antiteatrali) che la nostra genialità va facendo sul subcosciente, nelle forze mal definite, nell'astrazione pura, nel cerebralismo puro, nella fantasia pura, nel record e nella fisicofollia. (Es.: Vengono, primo dramma d'oggetti di F.T. Marinetti, nuovo filone di sensibilità teatrale scoperto dal Futurismo);
3. sinfonizzare la sensibilità del pubblico esplorandone, risvegliandone con ogni mezzo le propaggini più pigre; eliminare il preconcetto della ribalta lanciando delle reti di sensazioni tra palcoscenico e pubblico; l'azione scenica invaderà platea e spettatori; non escludere nessun mezzo per raggiungere questo scopo;
4. fraternizzare calorosamente coi comici, i quali sono tra i pochi pensatori che rifuggano da ogni deformante sforzo culturale;
5. abolire la farsa, il vaudeville, la pochade, la commedia, il dramma e la tragedia, per creare via via al loro posto le numerose forme del teatro futurista, come: le battute in libertà, la simultaneità, la compenetrazione, il poemetto animato, la sensazione sceneggiata, l'ilarità dialogata, l'atto negativo, la battuta riecheggiata, la discussione extralogica, la deformazione sintetica, lo spiraglio di esplorazione scientifica...;
6. creare tra noi e la folla, mediante un contatto continuato, una corrente di confidenza senza rispetto, così da trasfondere nei nostri pubblici la vivacità dinamica di una nuova teatralità futurista.
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La creatività di questo Manifesto è straordinaria. Probabilmente nel teatro lo spirito futurista, lo spirito marinettiano si sentiva completamente libero da qualsiasi vincolo. A teatro il futurista era davvero a suo agio. E da qui deriva l’incredibile successo e clamore che destarono le serate futuriste.
Certo leggendo questo Manifesto noi Neofuturisti restiamo incantati. Certamente ci sono cose da limare, da eliminare, da rivedere, da aggiungere. Ma a quasi un secolo di distanza, davvero le sintesi teatrali neofuturiste assomiglieranno moltissimo alle sintesi di Marinetti. Le grandi differenze sono nei contenuti, che si preannunciano ancora più rivoluzionari e soprattutto più pregnanti di quelli futuristi.
- brevità
- dinamismo continuo
- scardinamento della finzione scenica e delle barriere tra palcoscenico e pubblico
- abolizione di ogni regola e convenzione inutile e pedante
sono quattro cardini che il teatro neofuturista eredita in toto dal teatro sintetico futurista.
Presto la pubblicazione del Manifesto del teatro Neofutirista.
Antonio Saccoccio
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