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martedì, maggio 29, 2007

Manifesto del teatro futurista sintetico: verso il teatro neofuturista

Il teatro può essere ancora oggi fonte di grande interesse. Il futurismo introdusse nel teatro un linguaggio nuovissimo. Furono pubblicati svariati manifesti che si preoccupavano di creare una nuova concezione dello spettacolo teatrale. Furono create nuove forme di teatro: la sintesi teatrale futurista, la sorpresa teatrale, il dramma di oggetti, la sintesi tattile etc.
In seguito il teatro del Novecento ha sviluppato moltissime delle innovazioni futuriste. Anche in questo campo il Futurismo fu la vera e autentica avanguardia del secolo passato.
Vi riporto qualche passo particolarmente interessante tratto da Il teatro futurista sintetico, pubblicato nel 1915 da Marinetti, Corra e Settimelli. Si tratta di un manifesto che contiene intuizioni straordinarie. Purtroppo fu scritto in quei momenti in cui i futuristi spingevano per l’interventismo in guerra e quindi alcune pagine sono viziate da un eccesso di propaganda.Ma ecco qualche passo indimenticabile.
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“Senza insistere contro il teatro storico, forma nauseante e già scartata dai pubblici passatisti, noi condanniamo tutto il teatro contemporaneo, poiché è tutto prolisso, analitico, pedantescamente psicologico, esplicativo, diluito, meticoloso, statico, pieno di divieti come una questura, diviso a celle come un monastero, ammuffito come una vecchia casa disabitata.
[…]

Noi creiamo un Teatro futurista

Sintetico
cioè brevissimo. Stringere in pochi minuti, in poche parole e in pochi gesti innumerevoli situazioni, sensibilità, idee, sensazioni, fatti e simboli. […] Tutto questo teatro passatista o semifuturista, invece di sintetizzare fatti e idee nel minor numero di parole e gesti, distrusse bestialmente la varietà dei luoghi (fonte di stupore e di dinamismo) insaccando molti paesaggi, piazze, strade, nell'unico salame di una camera. Cosicché questo teatro è tutto statico.
Siamo convinti che meccanicamente, a forza di brevità, si possa giungere a un teatro assolutamente nuovo, in perfetta armonia colla velocissima e laconica nostra sensibilità futurista. I nostri atti potranno anche essere attimi, e cioè durare pochi secondi. Con questa brevità essenziale e sintetica, il teatro potrà sostenere e anche vincere la concorrenza col Cinematografo.
[…]
  1. E' stupido scrivere cento pagine dove ne basterebbe una, solo perché il pubblico per abitudine e per infantile istintivismo, vuol vedere il carattere di un personaggio risultare da una serie di fatti e ha bisogno di illudersi che il personaggio stesso esista realmente per ammirarne il valore d'arte, mentre non vuole ammettere questo valore se l'autore si limita a indicarlo con pochi tratti.
  2. E' stupido non ribellarsi al pregiudizio della teatralità quando la vita stessa (la quale è costituita da azioni infinitamente più impacciate, più regolate e più imprevedibili, di quelle che si svolgono nel campo dell'arte) è massima parte antiteatrale e offre anche in questa sua parte innumerevoli possibilità sceniche. Tutto è teatrale quando ha valore.
  3. E' stupido soddisfare le primitività delle folle, che alla fine vogliono vedere esaltato il personaggio simpatico e sconfitto l'antipatico.
  4. E' stupido curarsi della verosimiglianza (assurdità, questa, poiché valore e genialità non coincidono affatto con essa).
  5. E' stupido voler spiegare con una logica minuziosa tutto ciò che si rappresenta, quando anche nella vita non ci accade mai di afferrare un avvenimento interamente, con tutte le sue cause e conseguenze, perché la realtà ci vibra attorno assalendoci con raffiche di frammenti di fatti combinati tra loro, incastrati gli uni negli altri, confusi, aggrovigliati, caotizzati. Per es.: è stupido rappresentare sulla scena una contesa tra due persone sempre con ordine, con logica e con chiarezza, mentre nella nostra esperienza di vita troviamo quasi solo dei pezzi di disputa, a cui la nostra attività di uomini moderni ci ha fatto assistere per un momento in tram, in un caffè, in una stazione, e che sono rimasti cinematografati nel nostro spirito come dinamiche sinfonie frammentarie di gesti,parole rumori e luci.
  6. E' stupido sottostare alle imposizioni del crescendo, della preparazione e del massimo effetto alla fine.
  7. E' stupido lasciare imporre alla propria genialità il peso di una tecnica che tutti (anche gl'imbecilli) possono acquistare a furia di studio, di pratica e di pazienza.
  8. E' stupido rinunziare al dinamico salto nel vuoto della creazione totale fuori da tutti i campi esplorati

Conclusioni

1. abolire totalmente la tecnica sotto cui muore il teatro passatista;

2. porre sulla scena tutte le scoperte (per quanto inverosimili, bizzarre e antiteatrali) che la nostra genialità va facendo sul subcosciente, nelle forze mal definite, nell'astrazione pura, nel cerebralismo puro, nella fantasia pura, nel record e nella fisicofollia. (Es.: Vengono, primo dramma d'oggetti di F.T. Marinetti, nuovo filone di sensibilità teatrale scoperto dal Futurismo);

3. sinfonizzare la sensibilità del pubblico esplorandone, risvegliandone con ogni mezzo le propaggini più pigre; eliminare il preconcetto della ribalta lanciando delle reti di sensazioni tra palcoscenico e pubblico; l'azione scenica invaderà platea e spettatori; non escludere nessun mezzo per raggiungere questo scopo;

4. fraternizzare calorosamente coi comici, i quali sono tra i pochi pensatori che rifuggano da ogni deformante sforzo culturale;

5. abolire la farsa, il vaudeville, la pochade, la commedia, il dramma e la tragedia, per creare via via al loro posto le numerose forme del teatro futurista, come: le battute in libertà, la simultaneità, la compenetrazione, il poemetto animato, la sensazione sceneggiata, l'ilarità dialogata, l'atto negativo, la battuta riecheggiata, la discussione extralogica, la deformazione sintetica, lo spiraglio di esplorazione scientifica...;

6. creare tra noi e la folla, mediante un contatto continuato, una corrente di confidenza senza rispetto, così da trasfondere nei nostri pubblici la vivacità dinamica di una nuova teatralità futurista.

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La creatività di questo Manifesto è straordinaria. Probabilmente nel teatro lo spirito futurista, lo spirito marinettiano si sentiva completamente libero da qualsiasi vincolo. A teatro il futurista era davvero a suo agio. E da qui deriva l’incredibile successo e clamore che destarono le serate futuriste.
Certo leggendo questo Manifesto noi Neofuturisti restiamo incantati. Certamente ci sono cose da limare, da eliminare, da rivedere, da aggiungere. Ma a quasi un secolo di distanza, davvero le sintesi teatrali neofuturiste assomiglieranno moltissimo alle sintesi di Marinetti. Le grandi differenze sono nei contenuti, che si preannunciano ancora più rivoluzionari e soprattutto più pregnanti di quelli futuristi.

Ma
  1. brevità
  2. dinamismo continuo
  3. scardinamento della finzione scenica e delle barriere tra palcoscenico e pubblico
  4. abolizione di ogni regola e convenzione inutile e pedante

sono quattro cardini che il teatro neofuturista eredita in toto dal teatro sintetico futurista.
Presto la pubblicazione del Manifesto del teatro Neofutirista.

Antonio Saccoccio

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6 Comments:

At 31 maggio, 2007 13:17, Anonymous Anonimo said...

Allora non è poi tanto un problema se io sono quasi sempre breve e sintetica seppur non nel....teatro. :-)

 
At 31 maggio, 2007 19:37, Anonymous Anonimo said...

Continua, Antonio! Non fermarti. È ammirevole il vedere come un pais si muove per mezzo di la cultura ed non per gli armi.
Saluti,
Gonzalo Jerez, Madrid

 
At 31 maggio, 2007 19:46, Anonymous Anonimo said...

Discolpa: "paese" io volevo dire.

 
At 01 giugno, 2007 04:48, Blogger Antonio Saccoccio said...

Marianna, non vorrei sembrare eccessivo, ma direi che la sintesi è un dono divino. ;-)

ciao Gonzalo! Bentornato! Come vedi, stiamo smuovendo il paese (una parte almeno!) a colpi di idee e coraggio.
Io non mi fermo più ormai. Tu piuttosto? Hai chiuso il tuo blog? Aspetto tue notizie.
ciao

 
At 29 giugno, 2007 19:43, Anonymous Anonimo said...

ciao chi sciette??

 
At 29 giugno, 2007 19:55, Blogger Antonio Saccoccio said...

ciao, tu chi sei?

 

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