LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

martedì, novembre 27, 2007

L'arte fra tecnologia e nuova sensibilità

L'arte d'avanguardia rappresenta la ricerca continua che l'uomo conduce per comprendere le innovazioni tecnologiche con cui deve convivere. Se il futurismo cercava di comprendere il mondo delle macchine, delle città industriali del primo Novecento, il netfuturismo ha oggi il compito (ancora più arduo) di cercare nuove soluzioni estetiche ed epistemologiche confrontandosi con le nuove tecnologie che hanno avuto (e avranno sempre più) un impatto violentissimo sulle nostre esistenze.
"Il secondo ruolo dell'arte, sincronico, è quello di creare un ambito di opposizione, come per esempio nel caso del Futurismo in Italia, reazione sincronica dell'arte a una condizione superata mediante la tecnologia. Il Futurismo rappresentava l'adattamento dell'uomo al nuovo mondo tecnologico, una reazione sincronica d'opposizione alla vita accademica, alla pittura, alla musica, alla scultura del tempo da parte di un piccolo gruppo di artisti d'avanguardia (Marinetti e gli altri), per conoscere l'impatto della tecnologia e dare questo insegnamento alla gente. Il Futurismo, il Dada, il Surrealismo, nascevano da artisti che avevano capito l'impatto profondo della tecnologia sulla sensibilità e la sensorialità e operavano per interpretare queste trasformazioni".
Queste sono parole di Derrick de Kerckhove, che danno la misura della piena continuità tra futurismo e netfuturismo. Solo oggi può nascere un neofuturismo. Solo oggi che abbiamo a che fare con una nuova travolgente rivoluzione tecnologica .
Antonio S.

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martedì, novembre 20, 2007

Musica elettronica e avanguardia

Se si rileggono alcune pagine delle avanguardie del secolo scorso ci si rende subito conto di quanta parte abbia avuto per gli artisti la riflessione sulle innovazioni tecniche e tecnologiche.
Una delle arti tradizionali più fortunate fu indubbiamente la musica, che per merito delle innovazioni tecniche abbreviò quel lungo calvario che affrontarono (e in alcuni casi affrontano ancora, almeno nelle frange accademiche attardate) la letteratura, la pittura e la scultura. La tecnica offrì alla musica una via d'uscita allo sperimentalismo che, dopo la serialità integrale post-weberniana, aveva raggiunto posizioni estreme. Nacque la musica elettronica. E ci si accorse che la musica che avevamo conosciuto fino a quel momento era stata una goccia in un mare sconfinato. Le possibilità sembrarono sin da subito straordinarie. Chi non si agganciò alla rivoluzione elettronica, rimase attardato su posizioni anti-storiche. Tutto il mondo si avviava ad essere dominato dai circuiti elettronici, anche la musica doveva seguire quel mondo.
Ma in molti si rifiutarono di accettare quella realtà. Improvvisamente decenni di studi musicali accademici apparivano non bastare più per sfidare quella nuova realtà. Bisognava tornare a studiare. E studiare ancora molto. Acustica, analisi del suono e dei rumori più svariati, e poi sintesi additiva, sottrattiva, per modulazione ad anello e di frequenza. Senza calcolare le competenze strettamente tecniche (oscillatori, filtri e gli altri strumenti analogici).
Alcuni rifiutarono di rimettersi in gioco. E continuarono in uno sperimentalismo di maniera che finì per allontanare definitivamente il pubblico dalla musica d'avanguardia.
Ma i più intelligenti (e coraggiosi) compresero che non aveva senso alzare barricate contro il futuro. E il futuro era l'elettronica.
Oggi a più di mezzo secolo da quei momenti straordinari, l'elettronica ha invaso tutta la musica di consumo. Ma è rimasta ancora inspiegabilmente esclusa da molti ambienti d'avanguardia musicale.
Basta entrare oggi in un Conservatorio di musica. Dieci cattedre di pianoforte e una di musica elettronica. Situazione inspiegabile e inaccettabile. Abbiamo bisogno di comprendere il mondo di oggi e prepararci per quello che sarà. Non ci si può limitare assolutamente allo studio e all'adorazione del passato.
Dopo l'adorazione è necessario il superamento.
Oggi, nell'anno 2007, i Conservatori di musica sono ridotti a macerie.
Le uniche aule realmente vive possono essere (ma non sempre sono!) quelle dedicate alla musica elettronica.
Il Neo/Netfuturismo sosterrà sempre la necessità di sviluppare la creatività confrontandosi con il proprio tempo. E oggi questo significa confrontarsi continuamente con le innovazioni tecnologiche.
Chi ragiona diversamente, merita soltanto il titolo di antiquario.
Antonio Saccoccio

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venerdì, novembre 16, 2007

Netfuturismo: i nostri nemici e i nostri alleati

I nostri nemici e i nostri alleati


Il pensiero netfuturista non accetta e non accetterà mai compromessi con la vecchia cultura di potere. Questo è stato chiarissimo sin dai primi messaggi apparsi sul web e questo resterà sempre il nostro punto di forza.
La vecchia cultura di potere ha avuto modo di cementarsi e diffondersi grazie a:
1. i mezzi di comunicazione di massa che hanno trionfato nella seconda metà del Novecento (giornali, cinema, radio e televisione);
2. la didattica trasmissiva trionfante ancora oggi nelle scuole e nelle università italiane;
3. la concezione passivo-contemplativa dell’Arte e il divismo dell’Artista.
Per l’educazione e l’arte va detto che negli ultimi decenni queste concezioni sono rimaste in piedi nella quasi totalità delle scuole e nell'arte di consumo di massa, nonostante la comparsa di teorie e pratiche avanguardistiche (sia in campo educativo che in quello estetico-artistico) che ne hanno di fatto dimostrato i limiti e l’incapacità di stare al passo con un mondo ormai radicalmente cambiato. Per i media, invece, solo ora si intravede una decisiva via d’uscita. Ancora oggi i media di massa creano ogni giorno una moltitudine ignara attestata su posizioni di totale retroguardia in tutti i campi del sapere.
Fino a ieri pochi si esprimevano, tanti ascoltavano. Pochi comandavano, tanti ubbidivano.
Oggi il netfuturismo, appropriandosi e sfruttando al massimo grado le nuove possibilità comunicative offerte dal web 2.0, inizia a demolire la dittatura esercitata dal pensiero verticale.

In questo momento i nemici del netfuturismo sono:

1. tutti coloro che hanno conquistato immeritatamente posizioni di potere, hanno imposto (nei 3 modi che abbiamo visto sopra) modi e modelli di comportamento al resto della popolazione e hanno esercitato questo potere vigliaccamente, barricandosi ed evitando il confronto con il resto degli individui.
2. tutti coloro che per insicurezza e debolezza seguono questi potenti e ripetono i modelli di comportamento da loro proposti.

I due nemici vanno trattati in due modi differenti. I primi vanno attaccati decisamente e frontalmente, con il coraggio che abbiamo ereditato dai nostri amati futuristi, fino a costringerli ad abdicare alla posizione di potere indebitamente conquistata. I secondi vanno invece stimolati svegliati scossi dal torpore in cui sono caduti. Gli insicuri, che seguono da sempre i modelli che godono di maggior consenso e diffusione nella società, vanno guidati verso la riscoperta della propria individualità creativa. In questo il web 2.0 è il nostro maggior alleato. L’esplosione di creatività collettiva a cui assistiamo da qualche anno con il fenomeno dei blog è il primo grande passo verso l’abbattimento della vecchia comunicazione verticale monodirezionale. Il passo successivo è l'organizzazione di reti che uniscano individui interessati ad uno stesso progetto creativo. Il network organizzato attorno al sito www.neofuturismo.it con lo sviluppo dei GSPPN (Gruppi di Sviluppo Permanente del Pensiero Netfuturista) è la prima compiuta espressione di questa rivoluzione creativo-comunicativa.
Il netfuturismo con i suoi messaggi radicalmente incendiari ha il compito di accelerare questa rivoluzione e guidarla nella direzione di un radicale ripensamento della piramide sociale.
Sono in molti già pronti a recepire gli scossoni netfuturisti. Si tratta degli uomini e delle donne più sicuri e coraggiosi. Si tratta di coloro che non hanno paura di esporsi e di parlare contro il potere costituito. Si tratta di ribelli dotati di intuito e talento puri. Si tratta di spiriti liberi e anticonformisti. Si tratta di quell’avanguardia culturale e spirituale che ogni epoca (e in modo chiaro gli ultimi due secoli) ha sempre avuto.
Il netfuturismo adopera la rete globale e il web 2.0 per abbattere il pensiero unico dominante e incoraggiare lo sviluppo della creatività di ogni singolo individuo.
Chiunque lavori in direzione contraria, lavora per il potere e per il passato.

Antonio S.

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martedì, novembre 06, 2007

Neofuturisti italiani: l'uomo nuovo e il gruppo

Il successo crescente e ormai inarrestabile del movimento dei neofuturisti italiani rivela una volta di più che nulla è impossibile se ci si dedica davvero con passione e dedizione al raggiugimento di un obiettivo. Per raggiungere obiettivi alti occore grande competenza. Occorre fine intelligenza. Ma se a ciò non si aggiunge la passione, se non si crede davvero profondamente in quello che si sta facendo, allora tutto è vano.
Vi propongo - come amo fare - una citazione di un uomo che fu un grande futurista. Parlo di Giovanni Papini, mente superba, instancabile nel rinnovare e rinnovarsi.
Amici neofuturisti, per le nostre battaglie, individuali e comuni, presenti e soprattutto future, teniamo sempre a mente queste parole di Papini (tratte da Diventar genio, 1912):
"Chiunque, purché sappia chiaramente cosa vuol divenire e non perda un solo secondo della sua vita, può issarsi al livello di coloro che dettano le leggi alle cose e che creano vite più degne"
Nulla è impossibile. E tutto quello che noi stiamo creando è frutto della nostra convinzione, della nostra passione. Ci stiamo miglioriando giorno dopo giorno, e poi unendoci stiamo trovando una forza inimmaginabile solo pochi mesi fa.
Desiderio di crescere individualmente (come voleva Papini), ma anche confronto e sviluppo continuo.
Questo è il netfuturismo.
Antonio S.

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venerdì, novembre 02, 2007

Carteggio Marinetti-Palazzeschi (1)

Il carteggio Marinetti–Palazzeschi è tra i più interessanti della prima metà del Novecento. Entusiasmo, amicizia, stima, affetto, ammirazione. C’è tutto il futurismo nelle lettere che si scambiarono i due.
Vi riporto la primissima lettera di FTM. È del maggio del 1909, pochi mesi dopo la fondazione del futurismo.
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”Caro collega,
Ho ricevuto con vivissimo piacere i vostri poemi, e, guidato da un infallibile istinto, ne ho intrapresa immediatamente una lettura attentissima.
I vostri poemi mi hanno vivissimamente interessato per tutto ciò che rivelano in voi di non ancora espresso e di sicuramente originale. Vi è – nel vostro volume – come già nei Cavalli bianchi, un odio formidabile per tutti i sentieri battuti, e uno sforzo, talvolta riuscitissimo, per rivelare in un modo assolutamente nuovo un’anima indubbiamente nuova. Questo, noi sentimmo tutti, qui in redazione di “Poesia”, lieti di spalancarvene le porte, poiché “Futurismo” vuol dire anzitutto: sprigionamento degli’istinti vergini e puri, fuori dal terriccio dei luoghi comuni, delle sensazioni cooperative, e dei leit-motiv ossessionanti.
Le mando in omaggio la collezione di “Poesia” e l’ultimo libro di Cavacchioli, invitandola formalmente a collaborare con noi al grande rovesciamento della vecchia imbecillità italiana. Le faccio sapere intanto che dei suoi Poemi parlerà lungamente in “Poesia” Paolo Buzzi.
Gradisca, con tutta la simpatia della redazione di “Poesia”, l’espressione della mia altra considerazione.

F.T. Marinetti
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L'entusiasmo di Marinetti per aver trovato un nuovo poeta potenzialmente futurista è evidente. Come è evidente l'entusiasmo con cui parla del neonato futurismo. L'uso dei superlativi sta lì a testimoniarlo (vivissimo, attentissima, vivissimamente, riuscitissimo).
Da notare che FTM, pur elogiando Palazzeschi, lascia intendere chiaramente al poeta fiorentino che il suo talento non è ancora pienamente espresso. Questo sarà un tema che si ritroverà spesso nelle lettere di Marinetti a Palazzeschi. I due convergevano su diversi temi ma avevano comunque sensibilità piuttosto differenti. E infatti Palazzeschi fu futurista solo per 5 anni (dal 1909 al 1914).
Antonio S.

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