LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

venerdì, marzo 28, 2008

Scuola: gli innovatori e i reazionari

A Roma e dintorni è finalmente nato il "Coordinamento Riqualificazione scuola pubblica", che ha tra le sue priorità la cancellazione immediata dell'O.M. n. 92 e il ripensamento globale delle strategie da individuare per il rinnovamento della scuola italiana. Che ne faccia parte un netfuturista è cosa fondamentale. Proverò in tutti i modi a portare avanti le nostre battaglie per una scuola aperta, dinamica, viva, critica, aprofessorale adogmatica apoliticizzata.
Il gruppo si è formato a partire da un'assemblea tenutasi al liceo Mamiani di Roma. Il progetto ha avuto una rapida risonanza e ha raccolto numerosi consensi.
E qui viene il bello.
Dopo pochi giorni, le forze reazionarie del paese (ultrareazionarie, diciamolo a chiare lettere) si sono organizzate immediatamente per passare al contrattacco.
E' chiaro che l'ipotesi di un gruppo qualificato e agguerrito di insegnanti liceali che prendono finalmente in mano la situazione e il destino della scuola italiana è visto come pericolosissimo da chi detiene il potere culturale da decenni in Italia, e che ha ridotto la scuola ad un cumulo di macerie, muffe e paludi.
Ed ecco che reagiscono. Sono veri reazionari d'altra parte. E' il loro mestiere reagire al nuovo.
Immediatamente abbiamo notizia che si è creato (miracolo!) un "Partito del merito e della responsabilità". Ora, già il nome è in pieno stile ancien régime. Merito e responsabilità! Capite? Come se ci possa essere qualcuno contro il merito e contro la responsabilità!
Ma leggiamo i firmatari di questa iniziativa:
Gian Luigi Beccaria, Giovanni Belardelli, Remo Bodei, Piero Craveri, Giorgio De Rienzo, Giulio Ferroni, Ernesto Galli della Loggia, Sergio Givone, Giorgio Israel, Mario Pirani, Lucio Russo, Giovanni Sartori, Aldo Schiavone, Sebastiano Vassalli, Salvatore Veca.
Eh sì! Come vedete, è il nuovo che avanza prepotentemente! Loro sì che ci diranno come deve essere la scuola del futuro!
Immaginate il nutrito drappello accademico che incorona Fioroni re dell'istruzione italiana!
Ma diamo un'occhiata al primo appello di questo ennesimo "partito" e leggiamo tra le righe (vi tralascio il resto perchè sono frasi talmente piene di nauseante retorica passatista che non vale la pena neppure di trascriverle):
"La polemica di questi giorni sugli “esami a settembre” e i corsi di recupero lascia intravedere, al di là degli indubbi problemi che le nuove norme hanno creato, una forte resistenza ad un cambiamento in questo senso".
Ora, i fatti sono questi. La polemica sugli “esami a settembre” e i corsi di recupero la sta conducendo proprio il neonato "Coordinamento Riqualificazione scuola pubblica", di cui vi ho parlato all'inizio di questo post. Questo coordinamento è nato per bloccare la politica reazionaria di Fioroni, che è sotto gli occhi di chiunque sappia qualcosa di scuola, didattica e pedagogia (dovrei aggiungere: di chiunque abbia un po' di cervello).
E ora cosa ci vengono a dire questi pseudo-intellettuali? Che noi vogliamo resistere al cambiamento! Avete letto bene. Il cambiamento sarebbe l'om n. 92 di Fioroni che ha ridotto in 6 mesi le scuole italiane in tristi bivacchi pomeridiani di ragazzi sfiduciati annoiati amebizzati? Il cambiamento per costoro sarebbe pensare "oh, la scuola di 20 anni fa! quella sì che era scuola! ritorniamo in fretta a quella scuola!!".
Questi signori stanno davvero esagerando. Dalle loro comode cattedre universitarie si lanciano in proclami avventati ponendonsi in contrasto con il primo vero movimento di insegnanti che nasce sotto la spinta di una tensione ideale forte, convinta e appassionante!
In questo paese davvero non c'è il senso della decenza. Chi ha il potere può permettersi il lusso di dire qualsiasi scempiaggine.
Come si può parlare in modo tanto populistico e superficiale di un'emergenza nazionale, come quella dell'OM n. 92, che - se non abrogata al più presto - rischia di paralizzare definitivamente quel filo di vita che resta nelle scuole italiane!
Come si può parlare in modo tanto reazionario di un campo come quello della scuola, che deve essere il primo ad affrontare le sfide del presente, proprio perchè sta costruendo, attraverso la formazione dei giovani, il futuro del paese!
Il Netfuturismo lotterà sempre:
- contro la paralisi della scuola italiana
- contro il sistema di potere culturale italiano
- contro la burocratizzazione dell'insegnamento
- contro l'indottrinamento
Per la scuola-vita
Contro la scuola-carcere
Antonio S.

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martedì, marzo 25, 2008

uomo a mille dimensioni e uomo unidimensionale

Il Netfuturismo si batte da tempo per la diffusione dell'uomo a mille dimensioni, l'uomo nuovo che ci condurrà fuori dalla crisi contemporanea.
E' sempre più importante comprendere come nasce e chi è l'uomo a mille dimensioni e cosa lo distingue dall'odierno uomo unidimensionale.
Nel mondo odierno regna da una parte una crescente overdose di informazioni, dall'altra la tendenza all'iper-specializzazione.
L'uomo è esposto così ad un duplice rischio:
1. l'iper-specializzazione impedisce ad un numero sempre crescente di uomini di percepire le grandi categorie, le grandi idee, i grandi problemi. Si generano così sempre più tecnici specialistici settoriali e sempre meno menti in grado di avere una visione globale dell'umanità e dei suoi problemi fondamentali.
2. L'overload informativo genera confusione e incapacità di filtrare e scegliere ciò che serve realmente. Si produce una conoscenza caotica e improduttiva, di chi conosce un po' di tutto superficialmente senza aver compreso realmente nulla.
Da una parte abbiamo così l'iper-specializzato, il tecnico che si sente fortissimo nel suo campo, ma che in realtà, non avendo una percezione globale del mondo, non riesce neppure a finalizzare il suo lavoro e i suoi sforzi quotidiani. Questa figura esiste in ogni campo. E' il classico uomo unidimensionale. Soggetto a subire e a produrre forte alienazione.
Prendiamo il campo medico. Si studia per decenni, arrivando a specializzazioni di ogni tipo, e poi magari ci si comporta in modo disumano con i pazienti.
Prendiamo l'economia e la finanza. Grandi tecnici, grandi economisti esistono senz'altro, ma resta inspiegabile come pochi di loro si rendano conto di quanto l'economia non possa da sola costruire e reggere il mondo.
Prendiamo l'arte. C'è gente che ha studiato per decenni in ogni campo. C'è chi conosce tutte le tecniche della composizione pittorica, di quella cinematografica o di quella musicale, eppure non riesce ad avere una sola vera idea artisticamente importante.
Sono tutti uomini unidimensionali, frutto di una formazione limitata e circoscritta ad un singolo settore.
Dall'altra parte abbiamo (figura più rara della precedente, ma non meno pericolosa) quello che potremmo definire genericamente un "tuttologo". Sono individui che si occupano un po' di tutto, parlando un po' di tutto, credendo che basti reperire e ripetere informazioni su questo o su quell'altro argomento per poterne discutere con competenza. Il tuttologo si riconosce per la fumosità delle sue affermazioni e perchè tende costantemente a restare sul generico. Potenzialmente potrebbe evolvere, ma ha il difetto di tendere inevitabilmente alla superficialità, alla banalizzazione.
Quali sono, riassumento, i principali difetti dell'uomo unidimensionale?
1. Ha visione solo della parte o di alcuni parti, e non percepisce la totalità, il globale.
2. Non ha creato i necessari nessi tra le singole parti.
3. Manca di metodo nello sviluppo delle conoscenze/competenze.

Ricordo quanto sostiene Edgar Morin, un pensatore che ha diversi punti di contatto con il Netfuturismo, nel suo recente libello I sette saperi necessari all'educazione del futuro (notevole l'uso dei termini "unidimensionale" e "multidimensionale", seppure con sfumature di significato differenti da quelle netfuturiste):
"Poichè la nostra educazione ci ha insegnato a separare, compartimentare, isolare e non a legare le conoscenze, l'insieme di queste costituisce un puzzle inintellegibile. Le interazioni, le retroazioni, i contesti, le complessità che si trovano nel no man's land tra le discipline diventano invisibili. I grandi problemi umani scompaiono a vantaggio dei problemi tecnici particolari. L'incapacità di organizzare il sapere sparso e compartimentato porta all'atrofia della disposizione mentale naturale a contestualizzare e a globalizzare.
L'intelligenza parcellare, compartimentista, meccanicista, disgiuntiva, riduzionista, spezza il complesso del mondo in frammenti disgiunti, fraziona i problemi, separa ciò che è legato, unidimensionalizza il multidimensionale. E' un'intelligenza miope che il più delle volte finisce per essere cieca. Distrugge sul nascere le possibilità di comprensione e di riflessione, riduce le possibilità di un giudizio correttivo o di una prospettiva a lungo raggio. Così, più i problemi diventano multidimensionali, più si è incapaci di pensare la loro multidimensionalità; più progredisce la crisi, più progredisce l'incapacità di pensare la crisi; più i problemi diventano planetari, più diventano impensati. Incapace di considerare il contesto e il complesso planetario, l'intelligenza cieca rende incoscienti e irresponsabili".

Ecco come nasce invece l'uomo a mille dimensioni, l'uomo nuovo del Netfuturismo:
- sviluppa un proprio metodo di acquisizione di nuove conoscenze/competenze.
- cerca di acquisire i saperi di base in svariati settori di fondamentale importanza.
- mette in relazione questi saperi di base, costruendo una solida rete.
- si specializza alla perfezione in due o più campi.
L'uomo così formato avrà gli strumenti per percepire con sempre maggiore profondità la globalità e potrà approfondire e specializzarsi gradualmente in sempre maggiori contesti. Avrà infatti sviluppato una percezione del mondo orizzontale (reti di conoscenze/competenze di base) e verticale (specializzazioni), evitando il rischio dell'unidimensionalità (nelle due differenti declinazioni che abbiamo visto).
Il Netfuturismo propone la diffusione progressiva dell'uomo a mille dimensioni, svelto penetrante acuto, in sostituzione del vecchio uomo unidimensionale, lento televisivo alienato.


Antonio S.

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lunedì, marzo 17, 2008

Una categoria universale: i pazzi profeti

Frequentemente la storia ci ha offerto esempi di individui (o gruppi costituiti da pochi individui) isolati e contrastati perchè impegnati a proporre idee innovative, rivoluzionarie e contrarie alla mentalità corrente. La storia dimostrò poi che quegli individui erano semplicemente persone che avevano intuito qualcosa prima degli altri. Per il Futurismo fu così: all'inizio in molti presero per matti quel manipolo di esaltati rivoluzionari, ma poi l'influenza delle loro idee si propagò in tutto il mondo e per un secolo intero. In altri tempi e in altri modi fu trattato così Galileo Galilei, che è da considerarsi un vero rivoluzionario.
In realtà quasi sempre la massa si difende dalle menti geniali isolandole e accusandole di follia. E' il potere del numero a comandare, oggi più che mai. O almeno abbiamo quest'impressione perchè siamo schiavi del consenso.
Leggiamo un breve passo tratto da 1984 di George Orwell, uno dei romanzi più autenticamente geniali del XX secolo.
"Si chiese, come aveva fatto parecchie volte in passato, se per caso non fosse pazzo. Forse, a ben pensarci, un pazzo non era che una minoranza formata da una sola persona. Un tempo era segno di follia credere che la terra girasse intorno al sole, oggi lo era il ritenere che il passato fosse immutabile. Poteva darsi che lui fosse il solo ad avere una simile convinzione, ed essendo il solo doveva per forza di cose essere pazzo. Tuttavia non lo disturbava granchè il pensiero di essere pazzo: più orribile ancora era la possibilità che non lo fosse".

Il pazzo non è che una minoranza formata da un singolo.
Notevole qui la ripresa della rivoluzione copernicano-galileiana.
Anche i netfuturisti oggi si sentono nella stessa condizione di Galileo e del protagonista di 1984. Dicono da soli delle verità e vengono dai più ritenuti pazzi. Ma il Netfuturismo, come il Futurismo, si fa beffe del consenso. La storia anche stavolta dimostrerà che i pazzi avevano ragione. E presto i seguaci del Netfuturismo saranno ovunque.

Antonio S.

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venerdì, marzo 07, 2008

Netfuturismo: l'artista e il critico

La pratica avanguardistica portata avanti dal Netfuturismo prevede la necessità di riconsiderare non solo il ruolo dell'artista, ma anche quello del critico.
Quello che il Netfuturismo propone è di unificare le due figure.
Partiamo dal presupposto che oggi il vero artista è l'avanguardista. E l'avanguardista non cerca mai il largo consenso del pubblico.
Oggi non può esistere un grande artista se non è allo stesso tempo un grande critico. Se non si adotta una prospettiva critica, si finisce per accettare il passato e il presente artistico. E quindi per fare arte convenzionale.
Oggi non può esistere un grande critico se non è allo stesso tempo un grande artista. Il critico che non è artista non può mai comprendere i complessi meccanismi del processo creativo. E finisce per dire enormi idiozie o per ignoranza o per interessi e scopi mercantili.
Sintetizzando:
- oggi l'artista è prima di tutto un ricercatore estetico e quindi assomma in sè le qualità anche del critico.
- il critico di mestiere è oggi teoricamente inutile.
- il critico di mestiere serve solo al sistema e al mercato dell'arte, cioè di quell'arte compromessa con il potere che non può essere mai avanguardia.
Il Netfuturismo propone quindi la figura dell'Artista-Critico, che ha avuto il suo grande esempio in F. T. Marinetti e nei suoi scritti teorici, brillante condensato di ideazioni avanguardistiche e critica all'arte del passato-presente. Il Netfuturismo propone di cancellare la vecchia passatista figura dell'artista inconsapevole che crea in preda a raptus mistici-divini e di cancellare allo stesso tempo la figura inutile e dannosissima del critico di mestiere, parassita e complice della mentalità mercantile contemporanea.
Antonio Saccoccio

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