LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

venerdì, aprile 25, 2008

Arte e sistema dell'arte

E' sempre piuttosto piacevole trovare conferme alle proprie idee.
Leggendo qua e là sul web si trova una totale assenza di idee avanguardistiche.
Se si escludono il sito e i blog netfuturisti, non c'è traccia di un'avanguardia organizzata e che proponga un'opposizione radicale al sistema.
Sì, qualcosa ogni tanto si trova in giro, ma è troppo poco. Il Netfuturismo appare davvero una stella brillantissima nel buio tetro dell'arte e della cultura italiana.
Questa sera mi è capitato di leggere sul sito di Flash Art una frase del direttore Giancarlo Politi che mi fa capire che ormai la separazione/opposizione tra sistema dell'arte e avanguardia è talmente consolidata da essere diventata irrecuperabile. D'altra parte, se si va a vedere, è stato sempre così.
Nella pagina delle risposte alle lettere dei lettori (lettere - notate - di un livello infimo, che rivelano una concezione dell'arte ridotta ad affarismo della peggior specie), il direttore enuncia una sua sentenza: "Io ritengo che debba considerarsi arte ciò che rientra nel sistema dell'arte". Ringraziamo il direttore della chiarezza, perchè a questa sentenza il Netfuturismo risponde con un'altra sentenza, ancora più lapidaria:
"Noi consideriamo arte ciò che si oppone al sistema dell'arte".
Il Netfuturismo è un movimento d'avanguardia e non potrà mai accettare il presente sistema di potere. Chi rientra nel sistema non può opporsi al sistema e non può fare avanguardia. Questo è chiaro.
Noi consideriamo il sistema dell'arte come un fenomeno passeggero, legato al mercantilismo contemporaneo. Una moda. Già in chiara crisi d'identità. Una moda destinata ad essere ricordata con simpatia, da qualcuno magari con disprezzo. Ma di certo destinata a non incidere sul futuro dell'arte e della cultura.
Che emozione può darci, che risorsa può essere per il presente e per il futuro un'arte ridotta a sistema?
Noi dobbiamo proporre una rivoluzione e costoro ci vengono a ridurre a sistema!
Noi che abbiamo amato le scosse di Marinetti, la furia di Boccioni, il genio di Russolo, come possiamo accettare compromessi con il sistema?
A tutti coloro che credono di occuparsi di arte e invece fanno solo affari, dico: "Ricordatevi ogni tanto di Marinetti, o anche di Duchamp. E lasciate perdere critici, curatori e mercanti vari. L'arte è davvero da un'altra parte".

Antonio Saccoccio

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sabato, aprile 19, 2008

L'improvvisazione musicale: dal futurismo al netfuturismo

I musicisti netfuturisti sono impegnati nella creazione della nuova arte dei suoni-rumori. Teoria e pratica come sempre si rincorrono, con risultati sempre mutevoli e mai prevedibili.
Idealmente i nostri padri sono Luigi Russolo e alcuni musicisti d'avanguardia del primo e del secondo Novecento (Edgar Varèse e John Cage in primis), ma oggi vorrei porre l'attenzione su un manifesto futurista sconosciuto ai più. Si tratta de "L'improvvisazione musicale", di Mario Bartoccini e Aldo Mantia, pubblicato nel 1921. Ecco il testo integrale del manifesto.

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Siamo convinti che la nostra razza è destinata a dominare il mondo musicalmente come lo domina plasticamente e letterariamente. La nostra razza contiene infatti migliore qualità e maggiore quantità di musicisti geniali e innovatori. Se molti di questi sono ignorati e molti rimangono soffocati, lo si deve alla egemonia dei conservatorii, degli editori e degli esecutori, che bisogna debellare al più presto.
Noi musicisti futuristi abbiamo ammirato il nostro gloriosissimo passato musicale e ammiriamo le opere dei grandi musicisti futuristi e avanguardisti. Questi hanno raggiunto alte vette di splendore e originalità. Pensiamo però che altri varchi si potranno aprire, altre cime ascendere mediante la distruzione assoluta di tutte le leggi musicali e la libera improvvisazione.

Eviteremo così:

1. - Ogni sapore accademico.
2. - Ogni accordo o motivo già udito.
3. - Le ossessioni di tempo, struttura, ritmo, le leggi formali e gli sfoggi di bravura.
4. - L'artificio stupidissimo di creare una melodia e poi rivestirla alla moda (che varia dalla stonatura allo stile pastoso e scivolante).

Otterremo così:
1. - Un'infinita originalità di trovate. Infatti la trovata in musica è più difficile che in qualunque altra arte. La trovata è inoltre fugace e poco ritenibile. La trovata nasce infatti quando non si pensa affatto all'armonia e alle leggi musicali.
2. - Otterremo la stonatura naturale ben diversa dalla stonatura artificiale che molti musicisti preparano col concetto che l'autore deve arricchire di stonature la propria originalità.

La nostra improvvisazione si esplicherà:
1. - Con esecuzioni sul pianoforte o altri strumenti.
2. - Con commenti musicali di versi, pensieri, quadri
3. - Con dialoghi discussioni musicali tra due pianoforti, pianoforte o altro strumento, pianoforte e canto improvvisato, pianoforte e oratore improvvisatore. Noi prepariamo così quell'ideale fusione di tutte le arti che i più grandi artisti hanno sempre agognato.
Quando la sensibilità del pubblico sarà più sviluppata e non scatterà più ad ogni stonatura, realizzeremo anche la libera improvvisazione dell'orchestra.
Per coloro che poco futuristicamente tengono a rigodere e immortalare le sensazioni artistiche vi sono i pianoforti registratori già efficaci e da perfezionarsi.
Con questo manifesto sull'improvvisazione musicale noi non vogliamo distruggere nulla d'importante, ma arricchire di nuovo, elettrizzare di forza, immensificare di genio la musica, arte sublime e insieme efficacissima igiene di elevazione sociale.

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Il problema dell'improvvisazione è importante quanto quello dell'arte dei rumori. La musica d'avanguardia successiva, come sappiamo, si è giovata molto dell'improvvisazione. Basterebbe pensare a John Cage o all'italiano Gruppo d'Improvvisazione Nuova Consonanza. Oggi è necessario integrare la nuova arte dei suoni-rumori e le odierne tecniche d'improvvisazione. Le possibilità offerte dalla computer music e l'elaborazione del suono in real-time devono trovare una nuova forma di integrazione. E non dobbiamo mai dimenticare che la musica netfuturista ha tra i suoi primi compiti quello di aumentare la sensibilità e la competenza acustico-sonora di tutti gli individui.

Antonio Saccoccio

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venerdì, aprile 11, 2008

Futurismo russo, futurismo italiano e netfuturismo

I rapporti tra futurismo russo e futurismo italiano sono stati studiati da diverse angolature. Ormai tutti sono concordi nell'affermare che il futurismo italiano precedette quello russo. Come tutti concordano sul fatto che i futuristi russi diedero vita ad un'avanguardia con caratteristiche autonome rispetto ai "fratelli" italiani.
Il manifesto di Marinetti del febbraio 1909 già nel mese successivo era stato citato in Russia sul giornale Vecer ("Sera"). Burljuk, Kamenskij, Chlebnikov, Majakovskij, Livsic, anche se polemizzarono spesso con Marinetti, trassero dallo stesso numerosi spunti teorici e anche creativi. Sersenevic tradusse in russo i principali manifesti del futurismo italiano e dichiarò Marinetti l'ispiratore del suo gruppo, il Mezzanino di Poesia.
Durante il suo viaggio in Russia del 1914 Marinetti provò a fondare un'alleanza tra i due futurismi, ma i futuristi russi, che già erano divisi al loro interno, non erano intenzionati ad unire le loro forze con quelle italiane e misero l'accento più sulle differenze che non sulle affinità tra i due movimenti. Affermò Marinetti in quell'occasione:
"Noi abbiamo un nemico comune, il passatismo. Dobbiamo agire compatti... Il passatismo italiano e il passatismo russo".
E poi, nel corso di una discussione con Livsic, stupendosi per le divisioni presenti all'interno dell'avanguardia futurista russa:
"Non capisco perchè dobbiate litigare sempre! Possibile che non siate capaci di elaborare una piattaforma comune e di aprire un fuoco tambureggiante contro il nemico? Noi futuristi italiani abbiamo sacrificato i dissensi personali per amore della causa comune".

Molti anni dopo, in Al di là del comunismo (1920) Marinetti, che aveva ormai rinunciato alla creazione di un futurismo mondiale, scrisse con chiarezza:
Tutti i Futurismi del mondo sono figli del Futurismo italiano, creato da noi a Milano dodici anni fa. Tutti i movimenti futuristi sono però autonomi. Ogni popolo aveva o ha ancora un suo passatismo da rovesciare”.


A noi futuristi del XXI secolo non resta che completare l'opera iniziata un secolo fa da F. T. Marinetti. Grazie ai nuovi media, oggi è davvero possibile creare e diffondere il netfuturismo, un unico futurismo mondiale che combatta aspramente il provincialismo passatista che vive in ogni paese. Le resistenze sono tante, proprio come erano tante allora, ma oggi sono maggiori anche i mezzi a nostra disposizione. E' necessario unire tutti i movimenti anti-passatisti del mondo e diffondere il netfuturismo ovunque.

Antonio S.

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