LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

lunedì, aprile 20, 2009

Stewart Home (e Net.Futurismo) contro Karlheinz Stockhausen

Inutile dire che Stewart Home è un avanguardista. Uno dei migliori degli ultimi decenni. E' stato un precursore in molti dei temi che sono stati in seguito raccolti da diversi creativi e poi finalmente analizzati sistematicamente ed inseriti in una proposta artistico-culturale completa dal Net.Futurismo.
Uno dei più noti attacchi che Stewart Home e la Neoist Alliance produssero fu quello contro il compositore Karlheinz Stockhausen.
"Stockhausen ha affermato che la maggior parte della sua musica gli viene dettata da essere provenienti da una civiltà superiore che vivono in una galassia lontana. La propaganda neoista si prefiggeva di mettere in evidenza come l'aura mistica di cui il compositore circonda le sue opere sia una frode manifesta", sostiene Home.
Parole che non possono che essere condivise totalmente. Dobbiamo ammirare il coraggio di Home, capace di voler demolire quella cultura "seria" e "alta", che corrisponde nient'altro che alla cultura ufficiale di ogni tempo. L'arte che si dichiara "alta e "seria" - e questo i veri artisti lo sanno bene - è realmente una frode. Solo che non fa comodo dirlo perchè altrimenti l'Artista "serio" non avrebbe più ragione di sentirsi migliore degli altri.
"La campagna contro Stockhausen è parte di una lotta continua che andrà avanti fino a che l'ultimo difensore della decadente "arte alta" non sarà stato messo a tacere!"
Ci uniamo al grido di Stewart Home, sperando che le sue dichiarazioni e le sue azioni siano sempre efficaci come queste sue parole.
Il Net.Futurismo sostiene da tempo che l'arte ufficiale contemporanea è soltanto l'estrema sopravvivenza di una cultura decadente che oggi resiste solo attraverso il massiccio indottrinamento mediatico.
Probabilmente l'arte di sistema è la più grande frode dei nostri giorni.
Noi net.futuristi, che siamo creativi veri, non smetteremo mai di gridare il nostro sdegno verso quegli "Artisti" che ancora vogliono vivere immersi in un'aura anti-storica, che ancora oggi sostengono di essere degli alieni, o magari di essere ispirati da entità sovrannaturali.
Finiamola con queste pagliacciate. Noi ribadiamo che la creatività è una delle tante facoltà umane. E ribadiamo che non c'è nulla di sovrannaturale in chi è creativo.
Toglietevi queste arie da sacerdoti. E siate finalmente realmente creativi.
Antonio S.

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lunedì, aprile 06, 2009

I nativi digitali esistono ma... c'è chi è più nativo di loro

Si è aperto un bel dibattito nei giorni scorsi su quelli che vengono ormai chiamati "nativi digitali". Ha iniziato Antonio Fini con un post interessante e documentato. Ha continuato intelligentemente Gianni Marconato, con il suo solito argomentare deciso. La tesi, definita provocatoria da loro stessi, è che i nativi digitali sono sostanzialmente un mito.
Non posso a questo punto non pronunciarmi, dato che la questione è assai delicata e a mio avviso decisiva.
Sarò subito chiarissimo e al tempo stesso provocatorio.
Per me i nativi digitali esistono.
E tuttavia per me Antonio Fini e Gianni Marconato hanno comunque ragione.
Mi spiego.
E' indubbio che chi è nato e cresciuto in piena rivoluzione neo-tecnologica porta con sè qualcosa di profondamente differente rispetto a chi è nato e cresciuto prima di quella rivoluzione.
Questo è un dato di fatto che non metterei mai in discussione. E quindi per me i nativi digitali esistono.
Quello che invece dobbiamo valutare con attenzione è cosa intendiamo per "nativo digitale".
Io credo che l'essere nativo digitale non debba in alcun modo dare per scontata la conoscenza e la competenza in ambito digitale di quel nativo. Il discorso è a mio avviso più profondo e complesso ed è per questo motivo che la questione è davvero cruciale. Nascere e crescere in un mondo stravolto in pochi anni dalla rivoluzione neo-tecnologica implica un radicale cambiamento dei processi cognitivi di base. Un bambino oggi non prende possesso del mondo nello stesso modo in cui io ho preso possesso del mio mondo durante gli anni Ottanta. Questo è davvero importante. Non è importante quanto quel bambino oggi sia più bravo di me nella gestione delle funzioni di un cellulare o della navigazione sul web. O almeno, non è questo il punto fondamentale della questione.
Antonio Fini ha ragione quando afferma che i ragazzi hanno spesso una padronanza molto limitata del pc e soprattutto della navigazione sul web. Alcuni sanno fare ben poco, altri di più, ma praticamente tutti non possiedono il controllo del mezzo. E allora è giusta la sua considerazione finale: bisogna guidare innanzitutto i ragazzi alla gestione e al corretto sfruttamento delle risorse offerte dal nuovo mezzo.
Un passo più in là si spinge Gianni Marconato, che giustamente richiama l'attenzione su un grave problema della scuola: al di là della questione dei nativi digitali, resta il fatto che i docenti attuali non sanno confrontarsi con le esigenze dei ragazzi del nuovo millennio. Quello del divario generazionale è un problema che esiste da sempre, ma - e noi net.futuristi lo sosteniamo da anni ormai - la rapidissima esplosione della rivoluzione neo-tecnologica ha amplificato questo divario in modo drammatico. Non sono le conoscenze e le competenze tecnologiche a creare la frattura tra nativi e immigrati digitali! E' la struttura mentale più generale di quei ragazzi! Che è stata trasformata da quei nuovi mezzi (e Marconato lo nota bene nel suo post)! Ed è per questo - aggiungiamo noi - che c'è bisogno di una nuova avanguardia, in grado di interpretare in modo adeguato questa delicata e rapidissima fase di transizione.
Studiosi come Fini e Marconato mostrano di avere ben focalizzato il problema, più o meno nella stessa misura in cui l'ha individuato il net.futurismo: la mancanza di relazione tra ciò che si studia a scuola e ciò che serve nella vita di tutti i giorni. Questo è il punto.
Si tratta ora di trovare le strategie per uscire da questa penosa situazione.
Noi alcune le abbiamo già trovate. E le ribadiremo nei prossimi post.
La mia impressione è che paradossalmente toccherà proprio agli immigrati digitali fornire le giuste chiavi di accesso al mondo rinnovato dalla neo-tecnologia digitale. E d'altra parte quel mondo digitale l'hanno creato proprio coloro che oggi sono definiti immigrati digitali.
Insomma.
I nativi digitali esistono ma... c'è chi è più nativo di loro.
Antonio Saccoccio

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