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Due insegnamenti ancora da Ezra Pound. Il primo ("Siete degli stupidi se leggete i classici perché vi si dice di farlo e non perché vi piacciono") è in linea con quanto abbiamo affermato ultimamente: occorre lottare contro la passività e la subordinazione nella lettura. Noi aggiungiamo che se non si hanno competenza e/o sensibilità artistica si è naturalmente portati a dare credito a chi ha il compito di selezionare le opere d'arte di valore. Questo è comprensibile. L'ignorante per non fare figuracce segue sempre le mode. Ed è proprio a chi si sente insicuro che consigliamo invece la strada più salutare: abbandonare le letture che non piacciono, abbandonando ipocrisie e finzioni deleterie.
L'altro grande tema è quello dell'artista che se ne frega dell'ammirazione del pubblico ("Ogni artista che ricerca la vostra particolare ammirazione è, proprio in questo, tanto meno artista"). Tema profondamente futurista e net.futurista. E su questo c'è da aggiungere ben poco. Noi disprezziamo decisamente il consenso del pubblico. In questo siamo e restiamo profondamente figli del Futurismo del XX secolo.
Osservazioni modernissime, quindi, quelle di Pound. Peccato solo per quell'insistenza sul termine "artista" che oggi qualificherebbe Pound tra i passatisti e presentisti. Ma quelli erano altri tempi. Pound resta comunque figlio di un'estetica primo-novecentesca. E' compito nostro riprenderne il meglio e superarlo.
Antonio S.
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