LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

mercoledì, maggio 27, 2009

E' ora della ribellione culturale. Buttate via ciò che non vi piace!

Per la tipica mentalità dello studioso passatista e presentista (e anche dello peudo-intellettuale, figura sempre di moda) qualsiasi cosa finisca in un libro è degna di rispetto. Per cui non si può che stimare chi è finito in un manuale di letteratura o d'arte. Il grande uomo, il grande artista e il grande intellettuale, invece, non hanno alcun problema a criticare e disprezzare anche chi occupa pagine e pagine dei manuali di storia della letteratura o dell'arte. Il grande uomo conosce il proprio valore e non ha alcun problema ad affermare con sicurezza le proprie opinioni, fregandosene di chi è stato già "storicizzato" dalla cultura ufficiale e libresca del suo tempo. Noi net.futuristi reclamiamo e rivendichiamo, non per noi ma per tutti!, la necessità di criticare la cultura passata e presente. D'ora in poi chi è già noto e accettato dalla cultura del tempo non dovrà più rappresentare un'autorità per chi non è noto e accettato. Invitiamo così alla ribellione culturale giovani, adulti e anziani di tutto il mondo.
Se non vi piace un libro, anche se è stato scritto da un'auctoritas da tutti riconosciuta, chiudete quel libro!
Se non vi piace un brano di musica, anche se composto da chissà quale genio, smettete di ascoltarla! E gridate a tutti il vostro disappunto! Urlate la vostra noia.
Ma soprattutto, al posto di deprimervi ricoprendo di rispetto e onori chi non lo merita, correte a coltivare il vostro talento, avidi solo di creazione e novità.
E' lì la vostra vita.
Antonio S.

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martedì, maggio 19, 2009

Un ammonimento di Pistoletto

I lavori in plexiglass di Michelangelo Pistoletto (come quelli sui Quadri specchianti) sono ormai lontani nel tempo, ma per molti risultano anche oggi degni di interesse. Forse più che le opere in sè restano dell'artista alcune osservazioni ancora attuali.
"Una “cosa” non è arte; l'idea espressa della stessa “cosa” può esserlo"

Solo su queste poche parole si potrebbe discutere a lungo. A noi interessa semplicemente ribadire quest'idea e cercare di diffonderla ovunque. Non solo quindi negli ambienti in cui ci si occupa d'arte sperimentale. Poi - è chiaro - anche questa è un'idea che stiamo superando, poichè dà ancora per certa l'esistenza di un qualcosa chiamato "arte".

Bisogna lottare per diffondere il più possibile le più avanzate intuizioni estetiche. Il Net.Futurismo è impegnato su questo fronte.

Antonio S.

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lunedì, maggio 11, 2009

Più grandi di Dante, più grandi di Beethoven

Chi ha compreso il valore di alcuni uomini è naturalmente portato ad ammirarli. E ammirare i grandi del passato (e del presente) è cosa giusta e comprensibile.

Quello che è indiscutibilmente imbecille è idolatrare i grandi del passato. Questa idolatria fa parte della cultura passatista (e presentista) del nostro paese.
Ammirare Dante o Beethoven è segno di sensibilità.

Idolatrarli è segno di imbecillità.

Una delle caratteristiche della nostra società è proprio quella mentalità insulsa che si ritrova praticamente in tutte le scuole e le università. Si guarda ai grandi del passato come ad individui irraggiungibili, come a qualcosa da considerare immensamente lontano da noi.
Ecco, è proprio questo che ci rovina totalmente e rovina soprattutto il cervello dei nostri giovani.

Ammirare Dante è giusto, ma considerarlo irraggiungibile è da imbecilli.
Dante e Beethoven sono stati uomini come noi, e in quanto uomini noi possiamo raggiungere e superare le vette da loro raggiunte.

Noi abbiamo bisogno di più uomini e meno studiosi.
Parlate con un grande uomo e poi parlate con un grande studioso.

Vedrete subito la differenza.

Il grande uomo ammirerà i grandi uomini, il grande studioso li idolatrerà.

Il grande uomo si porrà in conversazione con i grandi uomini che lo hanno preceduto (e magari ne scoverà anche le mancanze), il grande (!) studioso li considererà altro da sè, lontanissimi anni luce, intoccabili indiscutibili impareggiabili.

Nelle scuole e nelle università si educa i nostri giovani all'impotenza.

Noi net.futuristi siamo convinti che i grandi uomini debbano essere (e restare) semplicemente delle guide per permetterci di raggiungere vette sempre più elevate.
Noi net.futuristi - che questo l'abbiamo compreso - raggiungeremo quelle vette.
La grandezza di chi ci ha preceduto non ci castrerà MAI.

Invitiamo tutti gli uomini a non lasciarsi castrare dal valore dei grandi uomini che ci hanno preceduto.

Solo se inizieremo a pensarla così, saremo più grandi di Dante e più grandi di Beethoven.

Antonio Saccoccio

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lunedì, maggio 04, 2009

NetFuturismo e conceptual art: i critici sono morti

Non passa giorno in cui non ci troviamo a ribadire l'inutilità della figura del critico d'arte.
L'artista contemporaneo, e cioè il ricercatore estetico, riassume al suo interno le vecchie figure dell'artista e del critico. Tutto ciò era già chiaro diversi decenni fa, quando l'arte concettuale esplose in tutta la sua carica innovativa.
Joseph Kosuth così definiva la nuova arte nel 1970:
"L'arte che io definisco concettuale è tale, nel suo senso più stretto, perchè fondata sulla ricerca della natura dell'arte: di conseguenza, non è propriamente l'attività di costruire proposizioni artistiche, ma un elaborare, uno sviscerare tutte le implicazioni di tutti gli aspetti del concetto "arte". In passato, a causa dell'implicito dualismo tra la percezione e l'ideazione, si riteneva necessaria nell'arte una mediazione, quella del critico. Questa arte invece riassume in sé anche le funzioni del critico, rendendo superflua la mediazione. Il sistema artista-critico-pubblico aveva la sua ragion d'essere in quanto gli elementi visivi della costruzione del "come" davano all'arte un aspetto di intrattenimento, donde la presenza del pubblico. Il pubblico dell'arte concettuale, invece, è formato soprattutto da artisti: vale a dire, non esiste pubblico separato dai partecipanti. In un certo senso, pertanto, l'arte diventa "seria" come la scienza o la filosofia, che non hanno certo un "pubblico". Nella misura in cui si partecipi o no, l'arte concettuale diventa più o meno interessante. Nel passato, lo status "privilegiato" dell'artista lo confinava strettamente a svolgere il ruolo di un grande sacerdote o di uno stregone dell'industria dello spettacolo.
[...]
Il dipendere di un artista dal critico d'arte nel coltivare le implicazioni concettuali delle sue proposizioni artistiche e nel dedurre il loro significato, è dimostrazione o di irresponsabilità intellettuale o del più insipido misticismo".
Noi net.futuristi riteniamo l'arte concettuale (in tutte le sue declinazioni) un punto di partenza imprescindibile per tutta l'arte d'avanguardia successiva, e condividiamo le osservazioni di Kosuth sul nuovo ruolo del critico e dell'artista. Quello su cui ci pare che si debba invece riflettere è la destinazione dell'arte post-concettuale. Se è vero che non c'è più il pubblico, non è però per il fatto che il pubblico è costituito da soli artisti. Il Net.Futurismo ritiene che un'arte d'avanguardia possa anche rivolgersi ai non addetti ai lavori, noi crediamo ancora in un'avanguardia di massa. Coloro che sono più lontani da questo modo di intendere l'arte (se ancora vogliamo utilizzare il termine "arte" per definire queste ricerche) sono proprio gli artisti old-style (gli artisti-artigiani) e i critici. Sono queste due categorie a rifiutare l'arte post-concettuale, poichè entrambe tendono a difendere interessi personali. Purtroppo per loro (e per nostra fortuna) quel mondo sta definitivamente tramontando.

Antonio S.

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