LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

domenica, ottobre 25, 2009

Augias e Antinucci attaccano il web 2.0. La risposta del Net.Futurismo.

Analisi tragi-comica dell’ennesima prova di cialtroneria televisiva

CORRADO AUGIAS E FRANCESCO ANTINUCCI
presentano
Il web come lo vedono due uomini di un altro mondo
(tutte le informazioni sono controllate, garantite e certificate da Laterza e da RaiTv)


Questa è la storia di una trasmissione televisiva.
Una trasmissione realmente andata in onda il 23 ottobre dell’anno 2009 su Rai Tre.
Una trasmissione intitolata Quali sono i segreti di Internet e come ci ha cambiato la rete?.
Chi ha padronanza con il web sa bene che non c’è nulla da aspettarsi dalle trasmissioni televisive con un titolo del genere, sa bene che da qualche anno la televisione ha dichiarato guerra al web, proprio perché è il medium che le ha sottratto fette sempre crescenti di pubblico. Tuttavia è il caso di gettare uno sguardo attento, ma sempre divertito, a questa trasmissione, prendendola come emblema della condizione della televisione contemporanea, ormai divenuta lo specchio delle tendenze più retrograde e scopertamente reazionarie del nostro Paese. Seguirà quindi una


cronaca e analisi tragicomica dell’ennesima prova di cialtroneria televisiva

Augias introduce:
“Una buona parte di noi, non solo in Italia, usa ormai vivere una parte della giornata in maniera virtuale. Dentro l’internet, dentro il computer c’è un mondo che ci aspetta con i suoi lati positivi e negativi, fatto sta che è lì e una buona parte di noi vi ricorre”.
Già si vede da questi toni generici e balbettanti che non sarà certo una trasmissione illuminante: l’impiego del termine “virtuale” è la tipica spia per comprendere che chi parla è lontano dal web e non lo ritiene ancora integrato nella realtà.

Servizio su google di 30 secondi. Poi entra Antinucci, il professore, e inizia una discussione generica e banalissima su google e sul suo algoritmo.
Tutta la descrizione è in termini velatamente negativi, fino alla definizione di Augias
“un cretino velocissimo”, riferita proprio all’algoritmo. Lasciamoglielo dire, ci sarà spazio in seguito per capire chi è il cretino.
Antinucci: “L’algoritmo di google fa degli errori enormi e chiunque lo usa lo sa. A volte tira fuori delle cose che non c’entrano nulla”
Patetica inquadratura su una signora del pubblico che annuisce, come a dire “sì, è proprio vero, pure con me sbaglia sempre!”
Antinucci: “L’altro giorno cercavo una cosa che avesse a che fare con le analisi del sangue e mi viene fuori un articolo sulla principessa di sangue reale”.
Risate patetiche telecomandate al penoso tentativo di essere divertente.
E ancora: “Essendo cieco non ha questa capacità
E poi perla di saggezza finale sul tema:
“Guai a prenderlo come oro colato, come rilevante!”. Ricordatelo tutti eh! Non è oro colato!

Video su wikipedia.

Augias guardando il pubblico:
“Vedo dei giovanotti. Chi di voi usa google e wikipedia?”.
4-5 alzano timidamente la mano. Un pubblico disinternizzato! in una trasmissione in cui si parla di internet! Incredibile! Dove li saranno andati a cercare?


Inizia quindi la rituale pubblicità al libro scritto da Antinucci, edito da Laterza.
E qui la trasmissione entra nel vivo e nel comico insieme. Anzi possiamo dire che finora ci siamo annoiati. Quello che leggerete ora ha dell’incredibile (del ridicolmente incredibile).

Comincia Augias:
“Ora il pericolo è questo. La velocità di ricerca di questo motore è tale per cui una persona un po’ pigra come me, sta lì, deve controllare la data di nascita del tal personaggio, e invece di alzarsi come facevo fino a pochi anni fa, andare alla libreria che sta 4 metri dietro le mie spalle, mi evito quegli 8 metri andata e ritorno, e lo faccio lì, lo digito. E questo da una parte è un grande vantaggio ma dall’altra è una tragedia. Perché se andavo a sfogliare il libro magari trovavo altre cose…”
Ma come! Augias! È esattamente il contrario. Non ti sei accorto di come funziona il web? Una delle novità assolute è proprio costituita dal fatto che mentre si cercano informazioni di un certo tipo ci si imbatte in altre di natura affine e meno affine. È l’essenza della rete creare collegamenti continui da una pagina all’altra del web. E tu vuoi dirci che sul libro troveresti più spunti? E che libri leggi, Augias? “Tutto il mondo in 500 pagine” o qualcosa del genere? Lo vogliamo pure noi quel libro!
Non ci è dato sapere come si faccia a sostenere simili fesserie in televisione dopo un decennio circa in cui il web è diffuso più o meno in tutte le famiglie italiane.

Ma ecco il grande show del professor Antinucci, che merita di essere riportato parola per parola:
“La cosa da tener presente è proprio la differenza della qualità della conoscenza e dell’informazione che troviamo in questo modo. Non bisogna dimenticare che se facciamo quei 4 passi per andare alla libreria, dietro quella c’è tutto un altro mondo. Quel libro è stato pubblicato, come questo che lei ha in mano, vuol dire che qualcuno ha deciso di pubbicarlo, ha passato un giudizio di un qualche tipo. Non solo! Se sta in una biblioteca pubblica, in una libreria, ha passato un altro giudizio, di colui che l’ha scelto per la biblioteca o l’ha comprato. Se si va a cercare su internet non è così, non c’è nessun filtro, non esiste nessuna garanzia di questo e siccome l’algoritmo è cieco bisogna stare attenti. Purtroppo questo tipo di accesso diretto che sembra un vantaggio non è poi così un gran vantaggio”
Antinucci getta così finalmente la maschera. Lo afferma chiaramente: il suo è tutto un altro mondo. Lui è l’apostolo della tradizione, per lui le notizie e le opinioni devono passare giudizi. Bisogna avere garanzie. E chi le dà queste garanzie? Questo è un mistero. Chi possa garantirci la qualità delle informazioni e delle opinioni non è chiaro. Ovviamente si tratta di una concezione elitaria che per fortuna sta sparendo proprio con il web. La cultura come cosa per pochi, e creata da pochi, antico residuo di un mondo lontanissimo ormai dalla sensibilità contemporanea.
Tristemente dobbiamo ancora una volta constatare la pochezza di quelli che dovrebbero essere i nostri intellettuali. Antinucci dice bene che nella libreria c’è tutto un altro mondo. Ma lui pensa a quel suo mondo in termini positivi, rassicuranti. E non comprende che ancora una volta il mondo ha compiuto un grande balzo in avanti e molti uomini di cultura non se ne sono resi conto. Forse in pochi si sono resi conto che anche la stessa idea di “intellettuale” o “uomo di cultura” è un’idea vecchia. Oggi siamo tutti più o meno alfabetizzati, non siamo più nel Cinquecento. Migliaia di persone sul web che non ricoprono alcun ruolo accademico hanno conoscenze e competenze molto più ricche di un Antinucci e si fanno grandi risate ascoltando la sua visione passatista e apocalittica del web.

Ma torniamo alla trasmissione. Augias conferma la linea autoritaria di Antinucci:
“Lei ha toccato un punto fondamentale. Lei ha ricordato il libro che ho in mano che tra parentesi è il suo. Allora io cosa vedo. Leggo Francesco Antinucci direttore di ricerca all’istituto di scienze e tecnologia CNR, si occupa di linguaggio etc. e quindi già so lei chi è. Poi vedo qua editore Laterza. Io mi fido di Laterza perché è un grande editore, di grande tradizione. E quindi va bene. Poi qui nell’altro risvolto vedo una sintesi del libro, che mi fa il racconto rapidissimo di cosa c’è dentro.
Lo sfoglio! Insomma prima ancora di incominciare a leggere ho una serie di informazioni preliminari che mi indirizzano sul contenuto del libro, sulla serietà etc. Tutto questo su google, su internet non c’è. Quindi io posso trovare, successe anni fa, in una ricerca sull’Olocausto, su wikipedia c’era per esempio lo scritto del negazionista che diceva che l’Olocausto era una buffonata, che non era vero niente. Quindi il ragazzino di 12 anni che vede quel sito… Non so se ci siamo spiegati”.
No Augias, non ti sei spiegato e continui a dire fesserie. È una conquista enorme che ci siano tutte le fonti sull’argomento, e non solo quelle che un’elite ha scelto di inserire. Da qualche anno le fonti giuste o non giuste non le scegli più tu o i tuoi amichetti, ma le sceglie il mondo intero, in modo liberale e realmente democratico. Non di quella pseudodemocrazia a cui ci avete abituato voi. La vera democrazia del XXI secolo.
E poi non farci ridere con questa storia di Laterza! Non ti rendi conto che in questo modo stai rispolverando il principio di autorità? Che sei indietro di secoli? E poi fai proprio l’esempio di Antinucci per dimostrare la serietà del libro, proprio mentre il professore sta dando prova del contrario con i suoi scoordinati e traballanti interventi.

Ma eccolo di nuovo il professore:
“Poi bisogna fare attenzione perché wikipedia non è scritta da persone esperte. Perlomeno non c’è alcuna garanzia che sia scritta da persone esperte. È uno strano esperimento, perché è il tentativo di scrivere un’enciclopedia di tutti, che tutti scrivono. Ma non è risolto il problema, non è risolto affatto, il problema di quali sono le qualifiche di chi scrive, a che titolo…. Voi sapete che ognuno di voi può scrivere una voce di wikipedia?”
Augias inizia quasi a prendere le distanze: “Poi ci sono dei controlli”
Ma a questo punto Antinucci la spara davvero grossa:
Non c’è nessun controllo! Questo è bene dirlo. Nessun controllo! Tranne rarissimi casi di argomenti sensibili, non c’è assolutamente nessun controllo. Possiamo fare l’esperimento ora. La voce di wikipedia va lì e starà lì. Sta lì fino a quando qualcuno dice questa voce non va bene cancelliamola”
E allora? Lo sa Antinucci quante cretinate sono state scritte su libri cartacei e non potranno MAI essere corrette da nessuno? Non è una fortuna che su wikipedia le voci siano corrette?
Nel frattempo ho fatto il test come suggerito dal professore e ho inserito una notizia scorretta su una voce poco sensibile, la voce della città di “Latina”. Ebbene, è stata corretta dopo appena 23 minuti. Sarà uno dei rarissimi casi di correzione di cui parla Antinucci? Ma cerchiamo di essere seri! Lo sanno tutti che le voci sono controllate costantemente. Chiunque può provare. Wikipedia è lì.

Di fronte all’ultima colossale cretinata di Antinucci, persino Augias è perplesso.
Ma il professore non si ferma più. Si vede che è una questione personale questa contro wikipedia.
“Il problema è chi è che lo dice? Lei che garanzia ha?”
E poi ritratta parzialmente.
“C’è la possibilità di correggere. Chiunque, di nuovo chiunque può correggere una voce di wikipedia”
“Supponiamo che io propongo che questa voce va cancellata. Il problema è che a quel punto che si fa? Si vota! (con lo sguardo schifato) E tutti votano. Tutti quelli che hanno scritto qualcosa per wikipedia votano. E quindi si decide a maggioranza
Antinucci! Per carità! No, non si vota! E non si vota a maggioranza! Non devono votare tutti! Che assurdità è mai questa della maggioranza! Diciamo che puoi votare solo tu e chi pubblica con Laterza. Va bene così? Così la conoscenza avrà fatto un salto in avanti notevole, no? E tutti saranno sicuri delle notizie che trovano sul web. Se le scrivi tu che pubblichi su Laterza! Ci fidiamo dai.
Anzi facciamo una cosa. Antinucci, ti sfidiamo! Apri wikipedia e scrivila tu la voce “google” e “algoritmo”, e anzi visto che ci sei scrivi pure la voce “wikipedia”. Vogliamo scommettere che entro qualche ora decine di persone più preparate di te avranno scritto questa voce meglio di te? Svegliati dal sonno, professore Antinucci. Non siamo ai tempi dell’Inquisizione.
Al confronto di Antinucci Corrado Augias ormai rischia di sembrare quasi un rivoluzionario e cerca di minimizzare l’ennesima fesseria del professore: “Da una parte è l’applicazione della democrazia…”

Ma non è finita ancora. Parlano pure di twitter.
E Antinucci ancora, riparte come un disco rotto: “Non c’è un controllo anche qui”.
Ora divertiamoci solo per un attimo, perché comunque il duo ci ha regalato uno show non indifferente. E proprio perché viviamo sul web, noi sappiamo cestinarle subito affermazioni sconsiderate come queste. Anche se sono state pubblicate da Laterza e diffuse dalla Rai! Come osiamo! Eretici! Al rogo!
Divertiamoci quindi. Facciamo un’analisi dei termini ricorrenti (già precedentemente evidenziati in grassetto) nel lessico del povero Antinucci e scopriremo subito il suo problema: è un uomo ossessionato dal controllo, dalla garanzia. Nel suo mondo tutto deve essere sicuro, garantito, sottoposto a rigidi controlli. Ma soprattutto Antinucci è spaventato dalla possibilità che le informazioni e le opinioni possano essere prodotte e diffuse da tutti: l’enciclopedia è di tutti, tutti possono scrivere, tutti possono correggere, tutti tutti tutti! Orrore!
In fin dei conti il suo è un residuo di un mondo già estinto, che resiste solo nelle nostre università, e in tutti i luoghi ancorati per definizione alla tradizione (e al potere ovviamente). Perdere la centralità come agenzie incaricate della diffusione del sapere per loro è sicuramente un colpo tremendo. Pensate a questi studiosi che si sono affaticati per una vita pur di arrivare ad avere qualche pubblicazione e qualche titolo accademico. E poi ad un certo punto cosa accade? Che un ragazzino geniale si inventa qualcosa sul web e in un giorno ha più lettori di quanti ne abbiano avuti loro in 40 anni! E loro come rispondono? Dicendo: io ho i titoli, io ho le pubblicazioni, sono io a dire la verità, non loro!
È il mondo che cambia, signori! E voi non volete accettarlo. Scendete dai vostri vecchi scranni, dalle vostre comode cattedre, e gettatevi nella mischia se davvero siete così straordinari come dite di essere. Il mondo di internet, i tutti che tanto disprezzate sapranno riconoscere il vostro talento. Sempre e soltanto se realmente ne avete. Nessuna concessione al vostro buon nome, alla vostra nobiltà culturale. Sul web occorre dimostrare quello che si vale. Non c’è titolo e qualifica che tenga.

Finito qui? Macchè. Come ogni show che si rispetti, c’è sempre il gran finale.
Per Antinucci sul web regna “la tendenza al sequestro!

Amici TUTTI, allora tessiamo TUTTI un elogio del buon sequestro!

Sono felice di farmi sequestrare da questo mondo senza controllo, senza garanzie, senza autorità, senza titoli e senza pregiudizi, in cui posso trovare e scegliere tutte le fonti che voglio senza che nessuno censuri nulla preventivamente e decida per me ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Sono contento che alla verifica e al controllo contribuiscano TUTTI, e non pochi eletti a garanti della verità.
Augias! Antinucci! Noi godiamo di questo sequestro.

E lasciateci godere.

(in fondo Laterza ve la lasciamo, state sereni)


FIRMATO
Tutti gli uomini liberi che liberamente navigano sul web
e che scrivono pagine geniali - ma sempre discutibili - come questa
senza bisogno di titolarsi e qualificarsi preventivamente


p.s. abbiamo tralasciato per decenza ed eleganza di segnalare le inclinazioni paternalistiche di Augias (“c’è un giovine in sala”) o il latinorum che Antinucci nel XXI secolo impiega ancora per dare lustro alle fesserie che dice. Lo ripetiamo: il loro è proprio un altro mondo.

* per godersi lo show integralmente cliccare sul seguente link certificato da RaiTv: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-07d7bbcf-3a03-436b-8fde-286876edf964.html

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martedì, ottobre 20, 2009

creatività e genio: la confusione dei presentisti

I presentisti hanno delle strane idee relativamente alla creatività e al genio. Non comprendono che dietro ad una grande idea c'è sempre un grande lavoro, un grande impegno, grandi conoscenze/competenze. Oggi i più pensano al genio come ad una persona stravagante, bizzarra, insolita. Un po' come si crede che uno sia artista solo perchè si mette un foulard o una sciarpa attorno al collo. Questo è puro presentismo. L'atto creativo è invece il risultato di lunghi momenti di riflessione, studio, critica, discussioni. Come disse una volta Thomas Alva Edison, il 99% del genio non è inspiration (ispirazione creativa), ma perspiration (traspirazione! sudore!). Il net.futurista sa bene che bisogna insistere insistere sempre insistere nella ricerca di soluzioni staordinarie alternative. Niente di speciale arriva mai per caso. Ogni invenzioneideazionecreazione è il frutto di ostinata caparbietà.
Ostinazione net.futurista.
Antonio S.

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domenica, ottobre 11, 2009

Il travisante travasatore: emblema della scuola contemporanea

Si parla troppo spesso a sproposito di formazione e apprendimento.
C'è una grande verità che andrebbe messa in evidenza prima di ogni altra: la maggioranza degli insegnanti non insegna quello che serve all'alunno, ma quello che sa e che ha appreso nel corso dei propri studi.
E' cosa nota a chi abbia conoscenza degli ambienti scolastici. La maggioranza degli insegnanti durante le lezioni non fanno altro che ripetere quelle nozioni striminzite che hanno studiato nei loro esamini universitari. Possiedono un sapere chiuso, angusto, limitato, circoscritto e trasmettono questo stesso sapere (sapere!) alle nuove generazioni. Si tratta in pratica di travasare informazioni da una testa all'altra, come fossero realmente due recipienti, due vasi (di ferro o terracotta, poco cambia in questo caso).
Ma c'è qualcosa che proprio non quadra in questa impostazione. Perchè, innanzitutto, le nozioni apprese 10-20-30 anni fa sono oggi nozioni spesso inutilizzabili (i vasi di oggi hanno bisogno di essere riempiti con altro!); ma soprattutto, e questo è ben più grave, non sono utilizzabili come si potevano utilizzare ancora 20 anni fa (forse oggi non abbiamo più bisogno di vasi?).
L'insegnante dell'era globale e digitale deve essere dotato di una visione d'insieme e di una capacità critica elevatissima. Deve essere un uomo a mille dimensioni. Non bastano gli esamini e le nozioncine universitarie. Deve sapere decifrare e interpretare la realtà contemporanea con grande padronanza e flessibilità. E adeguare le proprie strategie didattiche a questa realtà.
Quasi tutti i docenti invece hanno ancora l'immagine di un sapere monolitico, di una scuola chiusa su se stessa nella glorificazione della pura conoscenza. E' singolare poi che in una scuola tanto arretrata entrino spesso termini come "multiculturalismo". Ma ci si rende subito conto che si tratta di un multiculturalismo sbandierato retoricamente, una bandiera che mentre la si sventola viene rinnegata costantemente. Nelle loro menti è tutto "mono" (monodimensionale, monodirezionale, monolitico etc.), e nulla "multi" o "pluri".
Chiaramente da una classe docente che è stata formata da docenti ottocenteschi e che ripete quei modelli come una professione di fede non è lecito attendersi momenti di riflessione sulle proprie strategie formative.
Se il mondo in cui vivono è ancora quello del primo Novecento (o al massimo del secondo dopoguerra!), se tutta la complessità del mondo contemporaneo è a loro estranea, non possono che ribadire l'insegnamento autoritario di cui sono stati vittime. In breve, simili modelli non possono che prendere origine da un totale travisamento (forse ignoranza?) della realtà in cui oggi viviamo.
I ragazzi hanno bisogno di figure in grado di orientarli a 360° nel magma della realtà contemporanea, non di individui in grado al massimo di ripetere noiosamente pagine di un manuale di storia o letteratura.
Le discipline di insegnamento non sono insiemi di nozioni che è bello sapere per il gusto di sapere, ma strumenti utili alla formazione globale degli uomini del futuro.
Quindi si smetta al più presto con l'inutile pedante travaso di informazioni, e si intraprenda la strada verso un apprendimento significativo e una reale formazione.
Chi travasa travisa!
Antonio Saccoccio

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giovedì, ottobre 01, 2009

solo il net.futurismo salverà i presentisti

Forse non tutti hanno chiaro un passaggio decisivo per le sorti della nostra civiltà.
Il presentismo contemporaneo non può essere curato con il passatismo.
Il presentista è uno dei figli ribelli della cultura passatista, ma è il figlio che ribellandosi all'autoritarismo e al dogmatismo paterno non ha trovato una strada alternativa e si è rifugiato nell'accettazione passiva del presente, nel vivere alla giornata, senza stimoli nè progetti per il futuro. E per questo prima o poi fa i conti con la depressione, con l'ansia, con il vuoto esistenziale.
Il presentismo può essere curato solo con dosi massicce di net.futurismo.
Il presentista teme il net.futurista perchè vede in lui un altro ribelle, ma vede in lui il fratello ribelle che ce l'ha fatta a trovare la strada vincente. Un ribelle vivo vivace raggiante.
Il presentista passerà nei prossimi anni dal timore per il net.futurista al rispetto, alla stima, e quindi all'ammirazione. Ammirazione fraterna.
Il presentista non tornerà più indietro, non tornerà mai al passatismo.
Il presentista ha solo bisogno di capire qual è la via della ribellione.
E la via è il net.futurismo, unica avanguardia contemporanea capace di andare oltre l'inerzia l'apatia la depressione la rassegnazione e la liquidità presentista.
I passatisti sono seri o incazzati.
I presentisti sono depressi o irrequieti.
I net.futuristi ridono ridono ridono.
Antonio S.

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