LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

giovedì, dicembre 23, 2010

Perchè dobbiamo abbandonare lo sperimentalismo e abbracciare l'avanguardia

Quando penso alla dicotomia tra sperimentalismo e avanguardia mi viene in mente sempre il Gruppo 63, probabilmente perchè è il loro lavoro quello che più difficilmente si lascia ingabbiare nell'una o nell'altra categoria. Anche se siamo abituati a considerare il gruppo come una neoavanguardia, in realtà molte delle sue caratteristiche rientrano pienamente nello sperimentalismo. E quando ripenso al Gruppo 63 penso anche al situazionismo, che fu in quegli stessi tempi un'avanguardia nel pieno senso del termine. Le condizioni per una nuova avanguardia in quegli anni c'erano (l'esplodere della società di massa, la società dello spettacolo e della televisione), ma il Gruppo 63 mancò in parte quel bersaglio che invece i situazionisti centrarono con grande precisione.
L'avanguardia si riconosce facilmente per alcune precise caratteristiche che possono essere ridotte a quattro: la comprensione (in anticipo rispetto al resto degli individui) che la realtà è sconvolta da nuove tecnologie che ne trasformano la sensibilità, l'attacco deciso alla tradizione e al sistema, la maggiore importanza data alla poetica (i manifesti o altri testi teorici) rispetto alle singole opere, l'agonismo.
L'apertura di questo blog e quindi l'inizio dell'avventura net.futurista è legata ad una triplice presa di coscienza. Da una parte mi ero reso conto della mancanza di senso dello sperimentalismo che conducevo nel campo della musica elettronica. Anche se fossi arrivato alle conquiste più incredibili in quel particolare settore, non ne avrei tratto soddisfazioni particolari, la mia vita sarebbe stata vuota, non avrebbe avuto il senso che cercavo. E quindi decisi di mettere da parte quella strada. Più o meno contemporaneamente era nata in me l'esigenza di ribellarsi globalmente al sistema che vedevo attorno a me, dominato dall'interesse, dalla mercificazione dei rapporti umani, dalla viltà, dall'opportunismo, dalla falsità, dalla meschinità, dalle formalità e dalle gerarchie più violente e prive di necessità. Ero diventato sempre più insofferente a tutto questo, non riuscivo più a tenermi dentro nulla, avevo deciso che nella mia vita non avrei sopportato più in silenzio ciò che non mi piaceva. Per ultimo avevo intuito che era in quel momento disponibile un mezzo per azzardare l'avanguardia: internet, la rete globale. Era proprio internet ad incarnare alla perfezione quella nuova rivoluzione tecnologica che unicamente poteva giustificare un terzo momento avanguardistico.
Tutto questo, incastrandosi perfettamente con alcune favorevoli condizioni della mia vita privata, portò all'idea di un nuovo Futurismo. La fortuna è stata poi trovare mese dopo mese altri audacissimi compagni di viaggio, che erano arrivati più o meno alle stesse conclusioni, pur partendo da strade differenti. Ed ecco il Net.Futurismo.
A distanza di più di 5 anni oggi quella scelta si mostra ancora più rafforzata: abbandonare lo sperimentalismo in favore dell'avanguardia è l'unica via per dare un senso all'attività artistica (anzi ormai oltre-artistica).
Lo sperimentalismo solitario è tanto noioso, quanto improduttivo. Può servire a trovare soddisfazioni personali, può servire a trovare un'occupazione, a guadagnare dei soldi magari. Ma non è in grado di trasformare profondamente la realtà in cui tutti viviamo.
Lo sperimentalismo artistico settoriale non può che condurre a risultati privi di un reale impatto sul mondo. Il problema è sempre lo stesso: se non è presente una visione generale, ogni specializzazione estrema fallisce.
Le sperimentazioni condotte dall'avanguardia procedono invece sicure, guidate dalla poetica generale del movimento, alla base una visione del mondo ben delineata. Sostenevao i situazionisti: "Il compito fondamentale di un’avanguardia contemporanea deve essere un tentativo di critica generale dell’attuale momento ed un primo tentativo di risposta alle nuove esigenze".
Concludendo.
Lo sperimentalismo è per l'uomo monodimensionale.
L'avanguardia è per l'uomo a mille dimensioni.
Ecco perchè noi abbiamo scelto l'avanguardia.
Ecco perchè noi abbiamo scelto l'avanguardia reteale, il Futurismo delle Reti.
Ecco perchè invitiamo tutti gli artisti, gli innovatori e i ribelli del mondo a riunirsi in avanguardie reteali.

Antonio Saccoccio

Etichette: , , , , , , , , , ,

domenica, dicembre 05, 2010

Contro la dittatura del lavoro

E' arrivato il tempo di iniziare a riflettere molto attentamente sull'idea di "lavoro". Il lavoro è una delle idee cardine del mondo (che si crede) sviluppato. Ovunque si parla di lavoro. Cercare lavoro, avere un ottimo posto di lavoro, colloquio di lavoro, mancanza di posti di lavoro, ore di lavoro, lavoro nero, lavoro sommerso, lavoro minorile, etc. Il lavoro è ovunque. Il lavoro è una di quelle idee che non si discutono, che non si mettono neppure in discussione. E poichè è proprio compito della cultura d'avanguardia mettere in discussione ogni cosa, anche le nostre maggiori certezze, le nostre convinzioni più radicate, ora è arrivato il momento di ribellarci anche alla dittatura del lavoro.
Il lavoro è in realtà uno dei tanti miti su cui si fonda la nostra società. La nostra vita è diventata letteralmente schiava del lavoro. Sin da quando siamo piccoli si cresce con questa idea di dover poi lottare per trovare un posto di lavoro. Tutto è in funzione del lavoro.
Nessuno pensa che dopo millenni di evoluzione l'uomo si trova ad affrontare miserabili condizioni di vita. Lottare costantemente per conquistare il diritto di lavorare per gran parte della nostra giornata!
Possibile che nessuno si chieda a cosa siano serviti i millenari progressi del pensiero, le meravigliose conquiste scientifiche? A vivere tutti in funzione del nostro lavoro? Queste sono le conquiste? E' una conquista dover aspettare per un anno intero 2-3 settimane di ferie ad agosto per poter andare in vacanza? E' una conquista aspettare la domenica per avere qualche brandello di tempo libero? Miserie.
Le conquiste del pensiero e della tecnica dovranno liberare l'uomo dal lavoro. Questo è possibile e questo è auspicabile. Il futuro sarà migliore del presente solo se lavoreremo meno e avremo più tempo libero.
In parte già molte innovazioni scientifiche permetterebbero un'esistenza meno faticosa, ma nulla è stato fatto in questo senso. Siamo talmente condizionati dall'idea che tutti debbano lavorare che si cerca in ogni modo di far lavorare tutti a tempo pieno. Non è importante quale lavoro svolgano, non è importante che il loro lavoro serva effettivamente a qualcosa. L'importante è che tutti lavorino!
No, l'importante è vivere sempre meglio. E lavorando sempre di più si vive sempre peggio.
In nome del Dio Lavoro ci macchiamo dei crimini più immondi: mettiamo da parte chi amiamo, chi ha bisogno di aiuto, chi ci è amico; diventiamo vili e meschini, avidi e invidiosi, sleali e truffaldini.

Siamo giunti alla svolta. E' arrivato il momento di considerare in modo radicalmente differente il lavoro.
Scardiniamo una volta per tutte la convinzione che il lavoro sia nobilitante.
Iniziamo a desiderare una vita con meno ore di lavoro.
Iniziamo a guardare con compassione (e non con ammirazione!) al primo articolo della nostra Costituzione.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
Impariamo a rispondere con fermezza:
La vita degli esseri umani non è fondata sul lavoro.

Antonio Saccoccio

Etichette: , , , ,