Una scuola per il Futuro: la rivoluzione del sistema scolastico italiano parte dal web
La realtà contemporanea è una realtà profondamente differente rispetto a quella di 20-30 anni fa. Gli insegnanti possono tranquillamente continuare a guardare con ammirazione (e persino nostalgia) alle lezioni del loro professore preferito durante gli anni Settanta e Ottanta, quando frequentavano il liceo. Ma una cosa non è più accettabile: non si può pretendere di trasportare quel modello nel 2010. Il mondo nel frattempo ha subito una delle trasformazioni più traumatiche da diversi secoli. Con la nuova rivoluzione tecnologica sono stati stravolti dalla base i tradizionali paradigmi del sapere. E in molti casi lo stravolgimento è stato salutare. La realtà in cui vive un “nativo digitale” ha caratteristiche che non possono non essere prese in considerazione nel momento in cui si parla di apprendimento e formazione. La condizione postmoderna va osservata con attenzione e compresa in profondità. Liquidità? trasparenza? complessità? Tutto questo non può essere trascurato pensando alla formazione delle ultime generazioni. Nuovi paradigmi del sapere si sono affacciati sulla scena mondiale: la scuola ha fatto finta che nulla fosse accaduto, provando anzi ad espellere le novità come fossero virus letali. In realtà la scuola ha il compito di fare i conti con la realtà, di comprendere e lasciarsi persino attaccare dai virus. Alzare le barricate significa condannarsi all’emarginazione dalla vita reale. Il nuovo spaventa sempre chi non conosce o non vuole conoscere.
Questo preambolo è necessario per porre gli obiettivi di questo gruppo nato all’interno del ning La scuola che funziona, gruppo che abbiamo voluto significativamente chiamare “Una scuola per il Futuro”. L’obiettivo è quindi quello di pensare e costruire una scuola possibile in un futuro (si spera vicino), ma anche una scuola capace di dare, al contrario di quella attuale, un futuro alle nuove generazioni.
I docenti impegnati in “Una scuola per il Futuro” non sono menefreghisti, non sono rassegnati, non urlano contro questo o quell’altro, ma non sono neppure asini di fatica che lavorano instancabilmente contribuendo a legittimare lo status quo. I docenti impegnati in “Una scuola per il Futuro” si impegnano a fondo, ma per il rinnovamento. Sono consapevoli che oggi il compito prioritario di una scuola che funziona è quello di proclamare a gran voce che il vecchio paradigma trasmissivo, antipratico e nozionistico è incapace di affrontare le sfide formative del terzo millennio. È necessario riconsiderare completamente le pratiche didattiche, è necessario mettere in discussione tutte le teorie implicite che bloccano alla base la nostra azione di sano e improrogabile rinnovamento. Il docente è ancora schiavo dei voti, dei compiti a casa e di quelli in classe, dei programmi, della disciplina, e di altre mille convenzioni scolastiche. Non bisogna avere paura di lasciare il sentiero più battuto, soprattutto quando questo sentiero è diventato così accidentato e sconnesso da essere ormai impraticabile.
Il gruppo “Una scuola per il Futuro” si propone i seguenti concreti obiettivi:
Ora non resta che darsi da fare.
Il futuro della scuola lo costruiamo noi.
Antonio Saccoccio
* Il ning La scuola che funziona nasce da un'idea di Gianni Marconato (formatore e teorico di orientamento costruttivista, sviluppatore di ambienti di apprendimento sul web). Il gruppo Una scuola per il Futuro è stato creato ed è coordinato dal duo Mariaserena Peterlin - Antonio Saccoccio (Net.Futurismo)
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