LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

sabato, febbraio 27, 2010

Mauro Marin e il Grande Fratello 10: un caso mediatico da studiare attentamente (parte terza)

Il caso Mauro Marin è - lo ripetiamo ancora - un vero e proprio caso mediatico. E quello che è accaduto in questi mesi attorno alla sua partecipazione al Grande Fratello può rappresentare una svolta nei rapporti tra i diversi media coinvolti.

Analizzando attentamente quanto è accaduto e sta accadendo in questa 10a edizione del Grande Fratello, ci rendiamo conto che la trasmissione è diventata ormai un prodotto pluri-mediale, inter-mediale. Osserviamo attentamente tutti i media coinvolti e analizziamo cosa sta accadendo. Da una parte c'è il setting della casa, con telecamere e microfoni ovunque che riprendono e rimandano in tempo reale immagini e suoni. Dall'altra c'è la trasmissione del lunedì sera, con un altro setting, costituito da ospiti, concorrenti eliminati, parenti dei concorrenti, pubblico, conduttrice, opinionista, con telecamere, microfoni e maxischermi. Il lunedì vengono rimandati spezzoni della settimana appena conclusa e ci si collega in diretta con la casa, creando interazione tra le due location. Inoltre, a volte sono i concorrenti stessi della casa a poter guardare, sugli schermi posizionati in casa, alcuni video precedentemente registrati in altri contesti.

Altro medium coinvolto è il cellulare/telefono, fondamentale per il televoto.

Fino a questo punto c'è la catena mediale prevista dalla produzione. Tutto, o quasi tutto, è gestito in modo centralizzato e gerarchico. C'è la produzione che comanda e decide, ci sono i concorrenti-attori che seguono le direttive della produzione, ci sono i conduttori/opinionisti che obbediscono anche loro alla linea della produzione. Tutto è quindi prevedibile, tutto va come deve andare. Il risultato è un programma noiosissimo e melenso. Una sorta di telenovela mal recitata e con la pretesa di essere qualcosa di diverso.

In questo schema di ampia prevedibilità si innestano solo 2 elementi non completamente controllabili: il pubblico in studio e il televoto. Il pubblico in studio, nonostante sia piuttosto pilotato, a volte reagisce in modo umorale, e qualche volta va persino contro il copione previsto dalla produzione-conduzione, causando le reazioni indignate della conduttrice, che in quei casi si irrigidisce improvvisamente richiamando il pubblico all'ordine (agli ordini!).

Il televoto resta l'unica variabile davvero importante. Ma qui la produzione ha comunque tutto da guadagnare, in quanto, anche se il pubblico dovesse eliminare uno dei concorrenti che la produzione ritiene indispensabili, alla fine converrà sempre seguire il volere degli spettatori, che sono comunque quelli che portano audience e quindi pubblicità.

A questo punto accade quello che non è stato previsto dalla produzione. Su questi media si innesta il nuovo medium per eccellenza: internet. E in particolare arriva il social network più diffuso: facebook. Il nuovo medium diventa l’aggregatore di un potere collettivo sempre crescente, un gruppo di individui che si uniscono in una rete che aumenta giorno dopo giorno esponenzialmente. Ed ecco che i conti non tornano più, perchè sul web ci si auto-organizza dal basso, in base ad obiettivi condivisi, non ci sono più pochi che comandano e decidono per tutti. Per fare network bisogna essere d'accordo, altrimenti non se ne fa nulla. Nel gruppo facebook pro Mauro Marin, compattissimo, ci sono ormai oltre 300.000 fans, e non ci sono pressioni di nessun tipo, il gruppo si autoregola e automodera. Ma la cosa più rilevante per il nostro discorso inter-mediale è il fatto che il gruppo agisce pesantemente e in modo compatto sul televoto. Quindi a partire dal medium internet (incontrollabile), attraverso il medium telefono/cellulare (solo parzialmente controllabile), si va ad influenzare profondamente il medium di massa televisivo (pienamente controllabile). Il vecchio modello gerarchico-piramidale della televisione è costretto a subire il potentissimo influsso del modello reticolare aggregativo e interattivo della rete. La conduzione e la produzione hanno dovuto così progressivamente abbandonare il loro schema che prevedeva il solito teatrino costruito su sentimentalismi lacrimosi e ha ceduto alla domanda del popolo di internet, che continua a chiedere qualcosa di nuovo, trovando incarnati i propri desideri in una figura irriverente sfuggente dirompente: Mauro Marin.

Ho voluto descrivere l'intreccio dei media per porre sotto gli occhi di tutti la grande questione della contemporaneità: la presenza costante nella nostra vita di media di ogni tipo, media che non sono affatto neutri e puramente strumentali, come qualcuno ancora si ostina a dire. In realtà i media trasmettono con il loro stesso funzionamento un messaggio preciso. La televisione, fulcro dei mass-media monolitici centralistici gerarchici monodirezionali, partorisce la produzione e la conduzione di trasmissioni come il GF pre-Marin. Il web, in cui dominano complesse logiche reticolari anarchiche multidirezionali, in questi mesi ha prodotto tramite il caso Marin la richiesta di una televisione radicalmente nuova. Una televisione che abbia al suo interno una logica più vicina al paradigma della rete, una televisione non più medium centrale, ma medium tra i media.Il caso Marin potrebbe quindi costituire il punto di svolta per la televisione e il suo format più evoluto, il Grande Fratello. La televisione potrà accettare la sfida, rinnovandosi e traendone una lezione e spunti per il futuro, oppure potrà chiudersi e tornare al GF pre-Marin cercando di limitare le interferenze degli altri media. Il secondo caso costituisce ovviamente un suicidio dal punto di visto tecnico.

Per chi crede come noi che il caso Marin possa smuovere le acque torbide della televisione italiana, non resta che spingere fortemente su quello che sta accadendo, non abbassare la guardia e fare in modo che Mauro Marin possa diventare il simbolo di una fase nuova nella storia dei media italiani, e non semplicemente un simpatico e intelligente goliarda.

Tutto quello che è successo non è solo merito di Mauro Marin, ma anche del popolo del web che si è riunito attorno a lui. Questo Mauro Marin non lo sa ancora, ma sarà un bene per lui rendersi conto subito, quando l'8 marzo uscirà dalla casa del GF da trionfatore, di essere diventato un simbolo per centinaia di migliaia di italiani. Il simbolo di una svolta. Una svolta che, paradossalmente, parte dal web, e non dalla televisione. E anche questo Mauro Marin non può proprio aspettarselo.

Antonio Saccoccio

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martedì, febbraio 23, 2010

Mauro Marin e il Grande Fratello 10: un caso mediatico da studiare attentamente (parte seconda)

I grandi consensi riscossi dal mio post sul caso Mauro Marin erano in qualche modo prevedibili, ma non nella misura che oggi ho registrato. Non potevo aspettarmi di certo 5 mile visite in poche ore, link a centinaia di profili e gruppi facebook, a molte pagine del forum del grande fratello e altri forum simili.
Ma quello che mi spinge a tornare sull'argomento Marin e Grande Fratello non sono certo i numeri. Torno sull'argomento solo dopo aver letto i numerosi commenti che ho avuto qui sul mio blog, e un po' ovunque sul web (facebook, forum, blog, etc.).
Ebbene, letti i commenti degli internauti fan di Marin, devo aggiungere che probabilmente le dimensioni della ribellione mediatica sono anche (e per fortuna) superiori a quanto io stesso avessi previsto. Mi spiego. I commenti rivelano un grado di consapevolezza piuttosto alto. Tra i fan di Marin c'è gente che usa il cervello e lo usa bene, perchè si rende benissimo conto di quello che è accaduto (e qui sto parlando del lato tecnico, del funzionamento del gioco a livello mediale).
Certo, se si legge il gruppo facebook c'è anche chi è palesemente ignorante e becero, ma la cosa interessante è che alla fine prevale sempre la ragionevolezza, la simpatia, il gioco.
Questo è molto importante, anzi è uno degli aspetti più importanti dell'intera vicenda.
Dato che la televisione si sforza costantemente di denigrare internet (e soprattutto il diabolico facebook!) dipingendolo come un covo di malati e delinquenti, analizziamo come stanno le cose in modo assolutamente distaccato.
La trasmissione. Dopo 120 giorni, il Grande Fratello 10 risulta essere un concentrato dei peggiori difetti dell'umanità: livore, invidie, odi, menzogne, meschinità, insulti continui. E' un gioco, eppure 6-7 concorrenti stanno dando prova di odiare un altro concorrente. E non hanno nessuna pietà, per chi ha un minimo di sensibilità è facile accorgersi del loro livore nei confronti di Marin. Tutti coalizzati in branco. In studio i commenti sono di una violenza e mediocrità inaudita, dai conduttori che non sanno come alzare l'audience e mettere in difficoltà i più deboli (il modo in cui trattano il povero George è umanamente vergognoso, e anche in questo avrebbero molto da imparare dalla leggera presa in giro di Marin), ai vari parenti dei concorrenti, ai concorrenti stessi (alcuni di una meschinità davvero inaudita).
Di fronte all'esplodere di tanta stupidaggine, la produzione non fa nulla, anzi è la produzione e la conduzione a fomentare l'idiozia e la meschinità. E nelle altre trasmissioni televisive in cui compaiono i personaggi del Grande Fratello, il copione non cambia. Tutto è organizzato in modo da fomentare l'esplosione della mediocrità collettiva. Il piano di costoro è semplice: produrre immondizia perchè (secondo loro!) il pubblico è immondizia.
E poi c'è il gruppo Facebook. Qui abbiamo ormai oltre 250.000 individui, di varia età, varia estrazione sociale e culturale, che si sono uniti spontaneamente per portare avanti una causa: difendere Mauro Marin e fargli vincere il Grande Fratello. E' un gruppo di proporzioni spaventose, che cresce al ritmo di 15.000 fans al giorno. Un gruppo in cui tutti possono scrivere di tutto. E ci sono commenti ingenui e insulti imbecilli, sorrisi e urla di soddisfazione, ci sono strategie precise e osservazioni banali, accuse infondate e analisi eccellenti. C'è tutto il mondo in quel gruppo. Eppure, di fronte ad insulti grevi e volgarità partorite da idioti, si alza alla fine la voce del gruppo, della rete, che proclama: basta insulti, dobbiamo essere un modello. E' l'amministratore stesso del gruppo (che ricopre in network del genere una funzione fondamentale) ad intervenire con prontezza annunciando che chiunque continuerà ad insultare gli avversari di Mauro sarà cacciato dal gruppo. Ecco il gruppo, ecco la rete che si autoregola in modo virtuoso. Senza contare l'abilità con cui il gruppo si auto-organizza al momento del voto, davvero una perfetta macchina da guerra.
Tutto questo dimostra in modo inequivocabile la netta superiorità dell'organizzazione reticolare presente sul web rispetto a quella gerarchica piramidale dominante nel medium televisivo.
In televisione tutto può essere controllato, eppure non si riesce ad evitare che trionfi l'odio e la meschinità. Anzi, per anni nel Grande Fratello è stato il trionfo della meschinità. Sul web, invece, i meschini e gli imbecilli sono automaticamente ignorati e messi da parte (e il gruppo facebook per Marin lo dimostra). Non solo! Il gruppo interviene direttamente pilotando la trasmissione televisiva in modo che non vincano più i meschini.
Insomma, la libertà e l'organizzazione reticolare dimostra che il modello centralizzato autoritario della tv non solo è superato, ma è ormai socialmente disastroso.
La televisione continuerà ancora per qualche anno a proporci l'immagine del web come covo di malati mentali, mentre il web continuerà ad evolvere e a prendere forza, schiacciando gradualmente ogni resistenza da parte dei vecchi media autoritari.
Quello che è successo con Mauro Marin e il gruppo facebook dei suoi intelligenti fans è una pietra miliare nella storia dei conflitti tra web e tv.

Aggiorniamo allora il risultato: web batte televisione 4 a 0.
(ai fans di Marin: vi ricorda qualcosa questo punteggio?)
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Antonio Saccoccio
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p.s. in questo momento il gruppo facebook ha toccato le 256.000 unità e il sondaggio sull'attuale -nomination è ancora una volta perfettamente in linea con la strategia del gruppo.
aggiornamento: ad ulteriore conferma di quanto detto sopra, ora sulla bacheca del gruppo facebook si legge il seguente avviso: OFFESE DI NESSUN TIPO SARANNO PIU' TOLLERATE, GLI INFILTRATI SAPPIANO CHE IN CASO DI COMMENTI O FOTO OFFENSIVE, SIAMO PRONTI A FORNIRE I LORO DATI A CHIUNQUE LI CHIEDA O A PRESENTARE DENUNCIA SCRITTA PRESSO LE AUTORITA' COMPETENTI.RICORDIAMO L'UNICO OBIETTIVO:VOTIAMO MAICOL

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Mauro Marin e il Grande Fratello 10: un caso mediatico da studiare attentamente

Il Grande Fratello è forse l'ultima idea che il medium televisivo abbia saputo creare. Riesce a vantare ormai 10 edizioni in Italia e la sua storia, dopo la prima edizione esplorativa avventurosa ed esplosiva (ricordate Pietro Taricone?), si è trascinata per un decennio stancamente, con personaggi modestissimi e copioni strappalacrime.
In effetti l'idea del Grande Fratello è invece assolutamente geniale. Mettere in gabbia e far scrutare 10-15 individui dalle telecamere per mesi e mesi costituisce probabilmente il migliore esperimento condotto sul medium televisivo.
Il problema vero è invece stata sempre la conduzione, la regia e la conduzione del Grande Fratello, affidate a figure che non hanno mai capito le potenzialità del format. Si sono intestarditi ad inscenare amori e amorini patetici tra persone mediocri, invece di far progredire continuamente le strategie di gioco.
Ma quest'anno qualcosa in questo noiosissimo meccanismo si è rotto. Edizione n. 10, per caso. Il protagonista è un certo Mauro Marin, che nel giro di 3 mesi è riuscito a causare la nascita su facebook di un gruppo di fan di dimensioni spropositate. A quest'ora conta 235.000 fan. Più del gruppo dei fan di Silvio Berlusconi, tanto per capirci. E in alcuni momenti della giornata il suo gruppo aumenta di un fan al secondo!
Ma la cosa più interessante a livello mediale è sicuramente il fatto che Mauro Marin, dotato di un intuito decisamente superiore rispetto agli altri membri della casa, ha causato un cortocircuito nei meccanismi previsti dalla produzione.
Il meccanismo per 10 edizioni è stato il seguente: nella casa i concorrenti si affannano a dimostrare di essere "veri", cioè di non recitare un copione e di mettere in campo reali sentimenti. Questo è testimoniato dal fatto che l'accusa più frequente tra i concorrenti di tutte le edizioni è stato sempre il patetico "tu sei falso!".
Quest'anno Mauro Marin ha fatto saltare, in modo a mio avviso anche inconsapevole, questo meccanismo.
Marin ha iniziato nelle prime settimane ad avere un comportamento decisamente fuori dagli schemi. Invece di cercare di relazionarsi forzatamente con tutti, ha letteralmente sfruttato la situazione per giocare e basta. In particolare alcune prese in giro a personaggi grotteschi di questa edizione hanno fatto immediatamente diventare Mauro il preferito dal pubblico. Inoltre Mauro ha più di una volta guardato direttamente le telecamere, in modo ammiccante, furbo e sornione.
Per la produzione e la regia, che hanno sempre mirato a presentare il Grande Fratello come una trasmissione in cui ci sono frammenti di vita reale, molti di questi atteggiamenti di Mauro Marin sono risultati imprevisti. Per diverse settimane hanno tentato di criticare comunque gli atteggiamenti dell'outsider, ma alla fine hanno finito per cedere anche loro al volere del pubblico.
Il problema è che il pubblico in questo caso si è dimostrato molto più evoluto rispetto alla produzione e alla conduzione del reality show.
Vi spieghiamo meglio.
Mauro Marin, a mio avviso - lo ripeto - inconsapevolmente, ha messo in discussione il principio imbecille su cui si sono rette le passate edizioni del Grande Fratello. Come abbiamo già detto il principio era che i concorrenti dovevano dimostrare di essere "veri", accusando gli altri concorrenti di essere "falsi". Hanno pensato per 10 anni che questo fosse il fine della trasmissione. Ora se si analizza il programma non c'è niente di più stupido di questo. I concorrenti sono spiati giorno e notte da telecamere e hanno il compito di vincere il gioco: la situazione non ha quindi nulla di "vero" e non c'è nulla di più stupido di far finta che la situazione sia "vera". In pratica la persona che il pubblico sente oggi più vicina (Mauro Marin) è la persona che non ha nessuna smania di dimostrare di essere "vero", mentre gli altri lo accusano di essere "finto" e "falso". In realtà è realmente così. Ma la cosa in quel contesto non è affatto un demerito, perchè in una situazione artefatta come la vita coatta in una casa-laboratorio è perfettamente normale non comportarsi come ci si comporta all'esterno in una situazione normale. Ora la gente che si è innamorata di Marin tutti questi ragionamenti non li fa, ma ha istintivamente percepito che è lui ad essere nel giusto e gli altri a sbagliare. Non si erano mai viste prima d'ora percentuali tanto plebiscitarie coem quelle espresse a favore di Marin. Le percentuali di preferenza superano abbondantemente il 50%. Questo significa che tutti gli altri concorrenti messi insieme non si avvicinano neppure alle preferenze ottenute dal solo Marin. C'è qualcosa che va oltre la simpatia del personaggio. E questo qualcosa è proprio la rottura e il superamento degli schematici comportamenti mediali precedenti.
Il caso Mauro Marin è un caso emblematico di quanto il medium televisivo sia poco esplorato. Il Grande Fratello avrebbe potuto essere un ottimo laboratorio per indagare le potenzialità di sviluppo della televisione, e invece si è trasformato in questi anni in una variante delle più noiose telenovele.
Ma c'è di più. Il pubblico per la prima volta forse si è dimostrato molto più evoluto dei produttori e dei conduttori stessi. E il motivo è presto detto: il pubblico che preferisce Maurin è un pubblico internauta, un pubblico che a livello mediale è un pezzo avanti rispetto all'homo televisivo. E' la prima volta infatti che in modo così evidente i conduttori cambiano il giudizio su un concorrente in seguito alle preferenze del pubblico. Non c'è più la televisione che comanda, ma un gruppo auto-organizzato che sul web decide le sorti della trasmissione. Un gruppo facebook che comanda chi bisogna eliminare, chi bisogna votare, come e quando far sentire il supporto al proprio idolo. Certo, si parla sempre di persone che spendono decine di euro, facendo ingrassare la produzione, che spesso non hanno capito nulla di tutto quello che stiamo spiegando, ma si tratta pur sempre di individui con una sensibilità assai più evoluta di chi preferisce il tale personaggio perchè si dimostra modesto o affettuoso o (peggio ancora!) "vero".
Il caso Mauro Marin ha dimostrato che la gente non vuole concorrenti che si sforzino di essere "veri", ma concorrenti che giochino con il mezzo televisivo e facciano divertire.
Il caso Mauro Marin, e il gruppo facebook ad esso collegato, dimostra che il Grande Fratello, che continua ad essere la trasmissione televisiva tecnicamente più evoluta, è pronto per il grande salto. Finora la produzione ha scelto volutamente persone ignoranti e mediocri credendo che il pubblico fosse ignorante e mediocre. Quest'anno il pubblico ha mandato un messaggio: la gente ha voluto Marin, perchè vuole gente intelligente dentro quella casa. Occorre finalmente far partecipare al programma persone dotate di intelligenza ed intuito, per vedere fino a che punto si può arrivare nell'esplorare le possibilità del gioco.
Anche stavolta web batte televisione 3 a 0.
Antonio Saccoccio
P.S. per la cronaca mentre scrivevo questo post i fan sono ormai quasi 237.000.

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domenica, febbraio 14, 2010

Performativi sempre: oralità, scrittura, elettricità

In pochi si sono resi conto di quanto l'esplosione dei media elettrici abbia riabilitato la dimensione orale, interattiva e performativa della parola. La scrittura, nelle due versioni a mano e a stampa, ha sicuramente permesso agli uomini di raggiungere livelli di analisi ed elaborazione del pensiero sconosciuti nel mondo orale. Ma la scrittura, e la conseguente lettura, ha portato anche gli uomini a mettere in secondo piano il momento performativo e agonistico della parola e a privilegiare l'introspezione e l'isolamento.
Oggi, dopo oltre un secolo di sviluppo continuo dei media elettrici, si ha la possibilità finalmente di integrare la dimensione orale e quella scritta, l'aspetto performativo e quello riflessivo della parola.
E' evidente che l'uomo tipografico gutenberghiano vede ancora i nuovi linguaggi audiovisivi e multimediali come un ritorno alla barbarie. E in un certo senso è proprio così, a patto di togliere ai barbari la consueta connotazione negativa, poichè questa nuova oralità ci costringe a ritornare all'agone, alla sana performance primitiva, che l'uomo isolato nella scrittura/lettura a mano/a stampa aveva quasi completamente abbandonato.
Ecco perchè gli accademici sono da sempre i nemici di ogni innovazione tecnologica e da un secolo i nemici di ogni avanguardia. Sono proprio loro, con il loro studio e le loro analisi così sganciate dalla vita, gli emblemi del vecchio paradigma chiro-tipografico, da decenni messo in crisi dal prepotente ritorno di un nuovo momento orale (che uno studioso raffinato come W. Ong chiama proprio "oralità secondaria").
Per questo motivo oggi i net.futuristi preferiscono (e i futuristi preferirono un secolo fa) l'agonismo tipico della comunicazione orale, capace di rivitalizzare la parola, chiusa altrimenti nelle stanze polverose della riflessione accademica.
I tratti caratteristici della comunicazione scritta e di quella orale oggi si confondono.
La scrittura di oggi su un blog, in un social network, su un forum, in una chat si presenta in superficie come un'evoluzione della scrittura tipografica, ma in profondità ripresenta l'agonismo tipico della vecchia oralità. Si sviluppa così un nuovo tipo di agonismo linguistico, che ha la viva immediatezza dell'oralità e la pienezza riflessiva della scrittura. Ed è per questo che blog, forum, chat sono graditi ai veri avanguardisti.
Per questo motivo, il Net.Futurismo adotta da tempo lo slogan Performativi sempre. Il recupero (con evidenti trasformazioni) dell'aspetto performativo, partecipativo, agonistico, neotribale della parola è davvero una delle più solide, radicali e gradite sorprese dell'ultimo secolo.
Certo, reggono ancora le palizzate erette dagli arroccati difensori del sapere solitario, isolante e isolato.
Sta a noi, avanguardisti del terzo millennio, buttare giù quelle fortificazioni.
Antonio Saccoccio

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domenica, febbraio 07, 2010

cosa può essere l'arte oggi

"Sarei curioso di sapere cosa accadrebbe se l'arte all'improvviso fosse riconosciuta per quello che è, un'esatta informazione, cioè, del modo in cui va predisposta la psiche per prevenire il prossimo colpo delle nostre estese facoltà".
La grande intelligenza e l'insuperata sensibilità di M. McLuhan è tutta in questa affermazione, che potrebbe essere sottoscritta da tutti i movimenti più significativi dell'ultimo secolo, dal Futurismo a Dada, da Fluxus e la Conceptual Art fino al Net.Futurismo.
Oggi dobbiamo "costringere" tutti gli individui a riflettere sulla continua estensione del nostro corpo per mezzo delle nuove tecnologie. Dobbiamo riuscire ad immensificare il nostro corpo e non a mortificarlo. Dobbiamo essere ogni giorno più vivi e più umani grazie ai nuovi media.
Antonio Saccoccio

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