LIBERI DALLA FORMA

IL PRIMO BLOG NET-FUTURISTA

martedì, luglio 20, 2010

L'elettricità della sfida all'insesistenza

Superati 2 anni di prove progetti prodotti di intensità prima ritenuta insostenibile. Tutto il previsto risulta compiuto. Tutto e più del previsto.

Ciò dimostra ancora una volta che ogni prova a cui ci sottoponiamo non è mai abbastanza ardua. Ogni passo che tentiamo non è mai abbastanza avventato. Dobbiamo cercare tutto ciò che comporta sforzo e impegno e rischio e una bella dose di pazzia. Questo è vivere da netfuturista. Perchè questo significa esplorare le possibilità della vita umana.

L'esistenza elastica prospettica tritatùt net.futurista consiste nel rifiuto della vita passatista e presentista, schiava delle consuetudini consacrate dal tempo e dall'abitudine. Intendiamoci: nessun net.futurista vive davvero, perchè nessuno può sapere cosa significhi "vivere". Ma la vita (o questa cosa che chiamiamo "vita") va comunque esplorata. Ed è per questo che noi spingiamo avventurosamente sempre il limite un po' più in là (spesso molto più in là). Ogni giorno sempre con meno senno, meno calcoli, meno salvagenti e meno paracadute.

Occorre avere la sanissima sensazione che siamo inadatti alla sfida, che stiamo rischiando di non farcela. Allora sì che staremo esplorando ciò che chiamiamo "vita".

Dobbiamo evitare accuratamente il convenzionale, il plauso e l'approvazione, il troppo comodo e il troppo facile.

Cos'è in fondo il Net.Futurismo? Provare in tutti i modi l'elettricità della sfida all'insesistenza.
E ora 3 settimane di traiettorie esploratrici antimodaiole nopoetiche prospettiche.
Antonio Saccoccio

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martedì, luglio 13, 2010

A tutti i netfuturisti e gli avanguardisti: diffondete il Manifesto degli Insegnanti

Da una settimana è finalmente online il Manifesto degli insegnanti. E per il NetFuturismo è un manifesto da sottoscrivere e diffondere con grande energia. È il caso di spiegare agli amici avanguardisti (e perché no, anche ai non avanguardisti) i motivi per cui bisogna supportare coraggiosamente questo manifesto.
Il manifesto generale del Net.Futurismo lascia intendere a chiare lettere che la trasformazione della scuola sarà un elemento centrale per la rivoluzione net.futurista. La scuola forgia in gran misura le nuove generazioni nelle sue convinzioni di base, è da lì che inizia a svilupparsi gran parte della cultura passapresentista contemporanea. La scuola sarà elemento centrale di quella rivoluzione della comunicazione partita nel decennio scorso dai new media, e che dovrà estendersi presto ovunque.
Il Net.Futurismo ha sempre attaccato la scuola passatista, tutta dogmi e disciplina, niente critica e libertà per le nuove idee. Ma ha anche attaccato con la stessa intensità il presentismo scolastico, con la sua enfatica paranoica esasperante attenzione sull’aspetto valutativo e su presunte innovazioni tecnologiche.
Per trovare alleati che condividessero le nostre idee e per portarle così a diffonderle in ambienti non strettamente avanguardistici, da un anno circa il sottoscritto Antonio Saccoccio e Mariaserena Peterlin si sono impegnati nel network La scuola che funziona. L’obiettivo è per noi sempre l’avanguardia di massa. Non bisogna nascondersi, è evidente che l’operazione in questo caso non può essere (e non è stata) affatto semplice. Nella Scuola che funziona ci siamo trovati inevitabilmente di fronte a tanti insegnanti passatisti e anche moltissimi presentisti. Ma abbiamo incontrato anche alcuni educatori di grande spessore, ed è su questi che abbiamo confidato in questi mesi. Il profilo che abbiamo deciso di tenere è stato sempre volutamente discreto. Nessun link che puntava al sito e ai blog netfuturisti è stato posto su quel network. Ci siamo volutamente censurati, consci del fatto che presentandoci come avanguardisti la gente sarebbe scappata immediatamente. Abbiamo invece deciso di portare lì dentro le nostre idee, senza la nostra bandiera. Non tutte le idee, questo è chiaro, ma una parte significativa delle nostre idee sulla scuola. E' sempre lo stesso ritornello: l’assenza totale nel nostro paese di una cultura d’avanguardia rende nell'immaginario collettivo le idee netfuturiste pericolose e radicali, anche quando si tratta di temi che qualunque individuo di buon senso dovrebbe sottoscrivere. Figuriamoci cosa possono pensare dell’avanguardia gli insegnanti, che costituiscono da sempre una categoria affetta da moderatismo e depressione cronica. La strategia di un inserimento discreto in quel contesto si è rivelata alla fine vincente per diversi motivi. Le idee hanno certamente infastidito e inasprito i più accaniti passatisti e presentisti (e ne siamo orgogliosi), ma almeno non abbiamo offerto la bandiera contro cui prendersela pretestuosamente e aprioristicamente.
Ma veniamo al dunque. Trascurando la diffusione (quasi contagio) di un’atmosfera di opposizione allo status quo che si è diffusa più o meno ovunque tra gli insegnanti che ci hanno letto sul network (almeno sarà nato qualche dubbio in più), il risultato della presenza netfuturista ne La scuola che funziona è ampiamente percepibile nell’unico frutto compiuto partorito dal network: il Manifesto degli Insegnanti. Il manifesto è frutto del lavoro di diversi insegnanti presenti nel network, ma reca con sé un’anima avanguardistica che ogni netfuturista deve riconoscere e sostenere. Innanzitutto il manifesto è un testo che punta sull’affermazione di un nuovo principio a cui ispirarsi, un cambio di rotta radicale, un testo che non si dilunga in timidi tecnicismi confusi e inutili, un testo che azzera il pedagogese e il didattichese, ma che punta dritto al cuore del problema: il ribaltamento della scuola attuale attraverso un cambiamento netto di prospettiva. Tutto avverrà in conseguenza del cambio di rotta: una volta presa coscienza delle storture della scuola contemporenea, allora tutto sarà più semplice. Non c’è da fare un’operazione delicatissima per cui è necessario il tecnico ultra-specializzato, è necessaria una radicale trasformazione del punto di vista con cui guardiamo alla scuola e per questo c’è bisogno di quell’uomo a mille dimensioni che più volte abbiamo sostenuto energicamente. L’uomo monodimensionale nulla può di fronte ad emergenze di questo tipo, circoscritto nel suo minimo raggio d'azione non può cogliere la complessità dell'operazione. Questa nuova prospettiva genererà insegnanti rinnovati nell’animo. Poi ogni insegnante troverà la propria via all’interno di questa strada illuminata. D’altra parte se ogni insegnante trova da decenni ogni giorno il modo per agire all’interno di una visione della scuola passatista e presentista, a maggior ragione ne troverà altri quando si troverà ad operare all’interno di una concezione della scuola netfuturista. Per questo occorre cambiare prima la concezione di riferimento di base. Questo è il vero e unico problema. Se non so dove andare è inutile preoccuparmi del mezzo con cui andarci. Per questo motivo, come ho recentemente ribadito a Venezia, una nuova pratica inserita in una concezione vecchia risulta poco incisiva, addirittura trascurabile. Il momento della dichiarazione di principio, come in tutte le operazioni avanguardistiche, è da sempre quello determinante. Tanto per fare un esempio: in secoli di storia tantissimi si erano ribellati in qualche modo al potere delle classi dominanti, ma solo il Manifesto del Partito Comunista pose le basi per una consapevolezza nuova, un principio di riferimento nuovo, con tutte le enormi conseguenze storiche che conosciamo. Stessa cosa per le avanguardie di inizio Novecento: tanti avevano provato prima a ribellarsi all’adorazione del passato, alla viltà, all’utilitarismo, al conformarsi al già visto e già detto, ma solo il Manifesto del Futurismo riuscì nel 1909 a porre una pietra miliare per la generazione del suo tempo e per quelle future. Stessa cosa avviene per il mondo della scuola. Il difficile è accettare il principio radicalmente nuovo. È questa nuova sensibilità la cosa più dura da percepire, comprendere e poi diffondere. Sui modi per diffonderla ognuno avrà i propri. Noi ne suggeriamo alcuni, se ne potranno trovare altri e di migliori: l’importante è non tradire il principio di un insegnante rinnovato. Poi se per raggiungere quell’obiettivo l’insegnante non “interrogherà” mai i ragazzi, se ridurrà il numero dei “compiti in classe”, se non chiederà mai di ripetere meccanicamente informazioni, se punterà sull’intelligenza emotiva, intrapersonale e interpersonale, se darà spazio alla metacognizione, tutto questo verrà dopo. Ricordo ai lettori non avanguardisti che i manifesti possono contenere grandi affermazioni di principio, oppure possono essere manifesti tecnici. Solitamente i primi sono indispensabili e creano il cambiamento di visione del mondo, i secondi sono strumentali ai primi, a volte possono seguire dopo qualche mese/anno, altre volte no. La stesura di un manifesto tecnico della scuola netfuturista non è mai stata affrontata (in effetti era stata iniziata 3 anni fa ma poi sospesa) per il semplice motivo che non si è liberi di fare a scuola quello che si vuole, la maggior parte di quello che oggi andrebbe fatto è illegale. Quindi ogni insegnante deve in cuor suo capire cosa può fare entro certi limiti e rischi calcolati, proprio come affermato nel punto 13 del manifesto degli insegnanti. Le tecniche con cui si può ribaltare il sistema-scuola sono tantissime e diversificate. Quello che manca è la convinzione, la volontà e il coraggio di ribaltare il sistema. Convinzione. Volontà. Coraggio.
Quello di cui c'è bisogno ora è una discreta quantità di insegnanti che condividano i principi esposti nel manifesto degli insegnanti, non mancano di certo i modi per metterlo in pratica. Fino a quando non si sarà raggiunta questa discreta quantità di insegnanti, tutto sarà difficile, quasi inutile. La mia personale esperienza conferma che essere il solo in un consiglio di classe di 8 insegnanti a portare avanti queste idee significa avere un’incidenza assai modesta sulla vita della classe. Spazio per considerazioni pratiche (il come rovesciare il sistema) se ne possono raccogliere ovunque nei blog netfuturisti. Molte altre seguiranno nei prossimi mesi. Come sempre, al servizio dei ribelli.
Tornando all’operazione-manifesto, anche lì da netfuturisti abbiamo seguito la strategia di cui sopra, non mettendo avanti il nome del movimento, ma portando avanti sempre le idee netfuturiste. Addirittura lo stesso termine “manifesto” (di chiara ascendenza futurista) non è stato proposto inizialmente da noi netfuturisti (e il censurarci non ci è costato poco), ma da Andreas Formiconi, che sicuramente ci è vicino come sensibilità e ha contribuito in modo importante ad alcune affermazioni contenute nel manifesto stesso.
L’impronta netfuturista spicca in particolar modo nei punti di più energica e vitale ribellione, punti che ogni netfuturista può riconoscere come pienamente rispondenti alle nostre storiche battaglie contro il sistema-scuola contemporaneo. E qui il confronto tra il manifesto degli insegnanti e le nostre affermazioni contenute in post e manifesti di questi anni è utile a togliere ogni dubbio, anche al netfuturista più scettico.


Innanzitutto siamo riusciti a far approvare il punto fondamentale da cui ripartire, contenuto in questa inattaccabile affermazione:
7. Farò in modo che la scuola sia il mondo, e non un carcere.
Denunciamo da un lustro almeno il carcerismo di cui è malata la scuola, e in questo siamo evidentemente eredi della potentissima denuncia lanciata un secolo fa da Giovanni Papini. Non ci arrenderemo mai a vedere 30 ragazzi ingabbiati nelle loro orrende celle di 30 metri quadrati, seduti come tanti menomati su insopportabili tavolette di legno.


9. Promuoverò lo studio per la vita e contrasterò lo studio per il voto.
Ecco il valutazionismo, il vero morbo della scuola presentista. Una scuola in cui si valuta, si valuta, si valuta, ma non si pensa, non si pensa, non si pensa. Mai. L’enfasi sulla valutazione è sempre sinonimo di miseria intellettuale. I suoi effetti sono disastrosi. E quindi si legge ancora nel manifesto la condanna della penosa docimologia che da troppi anni paralizza anche i docenti più motivati:

10. Raccoglierò elementi di valutazione, rifiutando approcci semplicistici e meccanici che non tengano conto delle situazioni di partenza, dei progressi, dell’impegno e della crescita complessiva del singolo alunno.


E lo sterile trasmissivismo? Lo abbiamo risparmiato nel manifesto? Neppure per sogno.
8. Non trasmetterò ai miei studenti saperi rigidi e preconfezionati.


E il tanto odiato burocratismo? Leggete l’ultimo punto e vedrete che il nuovo insegnante si dovrà opporre strenuamente all’incubo burocratico.
13. Resterò fedele a questi punti in ogni momento della mia azione educativa, pronto ad affrontare e superare tutti gli ostacoli formali e burocratici che si presenteranno sulla mia strada.


E il nostro amato ribellismo? Centro di tutte le nostre battaglie?
12. Li aiuterò a stare nel mondo così com'è, ma non a subirlo lasciandolo così com'è.


Non manca neppure un punto dedicato a quello che abbiamo chiamato costruttivismo critico:
Il dubbio e la critica saranno i pilastri della mia azione educativa.


E un altro in cui viene portato avanti il nostro stoicismo orgoglioso:
6. Incoraggerò nei miei studenti l’impegno e la volontà di migliorarsi costantemente e di non rassegnarsi mai di fronte alle difficoltà.

Ma sin dal primo punto è evidente un nostro tema chiave: il ribaltamento dei ruoli nella comunicazione.
1. Amo insegnare. Amo apprendere. Per questo motivo sono un insegnante.
Il docente che non solo ama insegnare, ma innanzitutto ama apprendere è il primo presupposto per una comunicazione scolastica trasformata in profondità (almeno bidirezionale).

E ora veniamo al dunque. Come avete visto, questo manifesto degli insegnanti trasuda netfuturismo da tutte le parti. E non è un caso, visto che è stato scritto con il contributo determinante del netfuturismo e dei netfuturisti. Per questo motivo tutti i netfuturisti e gli avanguardisti sono chiamati nei prossimi giorni/settimane/mesi a sottoscrivere e divulgare il manifesto con tutte le loro energie e con tutti i mezzi a disposizione. Soprattutto a partire da metà settembre, con l'avvio del nuovo anno scolastico, questo sarà un testo che dovrà fare il giro dell'Italia (e non solo). Un avviso quindi agli avanguardisti: non fermatevi ai toni, che potranno sembrarvi moderati e a tratti morbidi. Il testo non è formalmente un testo d’avanguardia, non poteva esserlo dato il contesto in cui è stato partorito, ma è d’avanguardia la sostanza di molte affermazioni e lo è per i motivi che ho espresso sopra. In secondo luogo, per chi non condividesse integralmente il manifesto, c'è sempre la possibilità di diffonderne singoli punti (citando comunque la fonte originale).
Ribadiamo: l’unica speranza per salvare la scuola dalla morte certa è quella di diffondere queste idee al maggior numero di insegnanti possibile. Solo in questo modo sarà possibile cominciare ad invertire la rotta. Solo in questo modo libereremo i condannati a morte.
Questo il link del manifesto degli insegnanti. Un manifesto d’avanguardia.

Antonio Saccoccio

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martedì, luglio 06, 2010

E' nato il MIDBS, Movimento Internazionale per la Difesa dei Bambini Stirati

E' inutile nasconderci e far finta di nulla: siamo tutti stirati. Chi più, chi meno. Lavoriamo per sfamarci. Sgobbiamo per sopravvivere. E terminiamo i nostri giorni senza aver assaporato il gusto della vita.
Ci stirano e ci facciamo stirare per bene dal primo all'ultimo giorno della nostra esistenza. Si inizia da bambini all'asilo, e si continua sino a quando siamo vecchi all'ospizio.
Siamo un'umanità stirata, stiratissima.

E' necessario quindi intraprendere un progressivo cammino di liberazione dalle varie stirerie che abbiamo messo in piedi nei secoli. Famiglia, scuola, lavoro, arte, sport, media. Ognuno a suo modo è agente stirante, agente che rende piatta e monodimensionale la nostra umanità.

Noi netfuturisti siamo voluti partire dalla scuola, colpevole di stirare milioni di bambini e ragazzi ogni anno.
E siamo voluti partire da Venezia, la più simbolicamente passatista della città italiane.
Occorre ribellarci tutti alla stireria scolastica. Dall'asilo all'università è un susseguirsi di regole, divieti e dogmi che rimbecilliscono la naturale vitalità e il naturalissimo talento dei bambini e dei ragazzi. Tutti devono raggiungere gli stessi obiettivi, tutti devono sapere (e saper fare) le stesse cose. Tutti devono essere accuratamente e perfettamente stirati, pronti per le future stirerie che offrirà la vita.

Ed è per questo che Net.Futurismo ha creato il M.I.D.B.S. (Movimento Internazionale per la Difesa dei Bambini Stirati), che, in occasione del VeneziaCamp 2010 (e in particolare all'interno de La scuola che funziona CAMP), ha invitato a difendere coraggiosamente i bambini dalla Scuola e dagli altri agenti stiranti. I netfuturisti Antonio Saccoccio, Paolo Ciccioli, Gianluigi Ballarani ed Elisabetta Mattia hanno dato vita alla prima perferenza contro la scuola stirante.

Partiamo dai bambini, perchè è il caso di proteggere prima chi non è in grado di difendersi ancora da solo. Ma la nostra azione si diffonderà presto a tutta l'umanità stirata.

Tritiamo i ferri da stiro, tritiamo chi ci vuole stirare.

Antonio Saccoccio


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